Federica Di Martino e Gabriele Lavia
Gabriele Lavia porta questa sera in scena Pier Paolo Pasolini nell’anfiteatro romano di El Jem in Tunisia. Con Federica Di Martino e il Quintetto d’archi dell’Orchestra Filarmonica della Calabria, il popolare attore e regista leggerà i versi dell’autore di Ragazzi di vita: «Ho scelto le poesie che mi piacevano di più», ha spiegato con molta semplicità, aggiungendo che sta preparando un vero e proprio recital poetico su Pasolini che intitolerà Parole di figlio, come una delle poesie che reciterà stasera nell’anfiteatro romano forse più grande (oggi ha tremila posti) e ben conservato dopo il Colosseo.
Felice dell’incontro con Lavia si dice Filippo Arlia, direttore artistico della manifestazione che, dopo tre anni in Calabria, ora è approdata in Tunisia e che sarà direttore artistico dall’anno prossimo del Festival di El Jem, in collegamento col festival siciliano dei Teatri di Pietra, con cui già collabora l’orchestra calabrese.Il tributo al poeta e cineasta (dal titolo Pierpaolo Pasolini, lo scrittore di musica), rientra infatti nel cartellone del «Fortissimo Festival» diretto da Arlia, che ieri sera, nella veste di maestro d’orchestra, ha guidato la Filarmonica della Calabria in un tributo ad Ennio Morricone e alla sue indimenticabili colonne sonore di grandi film tra cui quelli di Sergio Leone.
La seconda parte della manifestazione si terrà nel Teatro Municipale di Tunisi: il 26 settembre un omaggio a Franco Corelli per i cento anni dell’ultimo tenore degli Espada con l’Orchestra d’archi Le Solistes de Megrine e la direzione d’orchestra di Achref Bettibi. Corelli, è stato, per mezzi vocali e valenza d'interprete, una delle massime figure tenorili della seconda metà del Novecento.Per la serata conclusiva il 27 settembre Filippo Arlia al piano e Silvia Mezzanotte alla voce si esibiranno nel concerto Duettango con Cesare Chiacchiaretta al bandoneon, Giovanni Zonno al violino, Enrico Corapi al contrabasso, Salvatore Russo alla chitarra elettrica e Roberto Rossi alla batteria.
Astor Piazzolla è conosciuto come una delle più grandi espressioni artistiche al mondo. Le contaminazioni di musica classica e jazz nel tango tradizionale perfezionano il ritmo di Buenos Aires e ne rivoluzionano i suoi concetti per sempre. Duettango vuole essere così un omaggio a El Gato (come era chiamato Piazzolla per la sua abilità e ingegno), all’argentino di sangue pugliese e toscano, che sbaragliò le regole con l’introduzione di nuovi strumenti solitamente esclusi al Tango L’edizione di quest’anno ha l’ambizione di mettere a confronto due culture musicali diverse e di dare visibilità a tanti giovani cantanti e musicisti che si esibiscono nelle quattro serate dedicate alla contaminazione di generi musicali.
Il Festival segna anche la collaborazione attiva fra il conservatorio calabrese e quello tunisino che già nel 2021 dialogarono attraverso dei corsi di formazione indirizzati a giovani maestri d’orchestra, clarinettisti e saxofonisti, con un’operazione culturale che aprì le porte di un nuovo progetto d’integrazione sociale e musicale sul Mediterraneo. «La Calabria imiti la Sicilia e la Puglia, sulla valorizzazione dei siti storici, delle aree archeologiche, dei teatri di pietra, in funzione culturale e anche turistica. E lo dico da calabrese», esorta infine Arlia dalla Tunisia.