Il cantante e attore romano Rodolfo Laganà
Il 2 novembre dello scorso anno con Rodolfo Laganà commemoravamo la morte del suo «Maestro», Gigi Proietti, volato via lo stesso giorno del suo 80° compleanno: «Roba da geni, come Gigi, che è stato un Maestro immenso, un padre, un fratello maggiore, l’uomo che mi ha insegnato tutto… Quando una decina d’anni fa mi diagnosticarono la Sclerosi multipla lui mi è stato sempre vicino, mi consigliava, mi esortava a non mollare mai il teatro, che assieme a mio figlio Filippo, è la mia vera ragione di vita». Oltre al teatro, Laganà, come mastro Proietti che cominciò dal piano bar, anche lui da sempre coltiva la passione per la musica. «Non c’è un mio spettacolo teatrale che non parta da una musica che mi accarezzi il cuore e la mente. Ho lavorato in Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini e da sempre adoro il musical, perciò ho un’idea forte e ambiziosa che mi frulla da tempo: raccontare Roma, come ho sempre fatto a teatro, con musica e parole...». In attesa di quel musical da sogno ora esce con questo disco che non ha nulla da invidiare al miglior cantautorato italiano. Attenzione brava gente distratta dal pop melenso latineggiante o peggio ancora dal rumore rap e trap, perché con Nun se scherza co’ l’amore l’attore romano scrive un paragrafo nuovo del grande capitolo del teatro-canzone. Un’altra sfida vinta, passando da un palco teatrale a quello prettamente musicale. «In realtà pur facendo teatro da quarant’anni io da sempre vivo in mezzo ai musicisti. I miei amici migliori sono musicisti. Da qui è partita questa idea con il fraterno Marco Rinalduzzi, che ha prodotto il disco». Un disco di canzoni romane in cui si respira la brezza leggera del Ponentino con tocchi di modernità, a cominciare dall’irresistibile “simil funky” Una notte all’Ikea. «C'è molta ironia e anche un po' di “surrealtà” in quello che racconto. A 66 anni avevo voglia di regalarmi una cosa che mi mancava, un album, consapevole delle difficoltà: i dischi non li vendono manco i cantanti di nome, figurarsi uno come me... - se la ride- . Però mi sono detto, ma chi se ne frega! Questo è un progetto collettivo che con me hanno abbracciato amici, attori, fratelli di vita e di spettacolo. Tutti hanno accettato di partecipare con grande entusiasmo, per questo lo considero un “disco di fratellanza” che mi sta regalando gioia e serenità». La musica come terapia per alleviare, si spera, anche quei mali sociali che in una città come Roma originano dalle buche che si aprono come voragini, specie al passaggio di persone con disabilità. Come il nostro “cantattore” che prova a riderci su con la sua ormai celeberrima Carrozzella romana in cui attacca: «Ch’hai da fa la gincana, tra una buca e una pozza de fango, che sembra a’ Marana» «Carrozzella romana è il mio appello, il mio messaggio sociale per descrivere le difficoltà di chi magari deve stare su una sedia a rotelle in una città come Roma, ma purtroppo credo che questa realtà, difficile da tollerare, ormai vada estesa a tutte le altre città d'Italia. Si parla tanto di barriere architettoniche, ma proprio non riescono a buttarle giù, e non capisco come mai – ride di gusto - . Carrozzella romana , nel mio piccolo, vuole essere una critica propositiva, usando l’ironia che ritengo sia un po’ la mia cifra artistica che da sempre mi contraddistingue». Nel disco c’è un secondo omaggio a Roma, Di tutti e di nessuno «che è una poesia, una dichiarazione d’amore alla mia città. Spesso per scherzare dico: per me il mondo finisce al raccordo. Questo per dire che con tutti i difetti e con tutte le cose che non vanno in questa Roma mia, comunque sono convinto che non riuscirei mai a vivere in un altro posto lontano da qui. Casa mia sta a Trastevere e sono legato da un cordone ombelicale alla romanità». Il suo centro di gravità permanente è qui, anche con tutte le contraddizioni da Fermo restando: «Fermo restando che il mondo va così, è vero anche il contrario, nun se po’ più sentì». Ma il mondo, Laganà ne è convinto, lo salverà solo l’amore. Come recita il titolo del disco, Nun se scherza co’ l’amore che è anche una di quelle canzoni che sarebbe tanto piaciuta all’eterno chansonnier Gigi Proietti, il quale se fosse ancora qui applaudirebbe al suo Rodolfo e lo trascinerebbe ancora sul palco per un fantastico duetto teatrale. Laganà canta e torna in teatro: «Rimetto in scena Nudo Proprietario (dal 17 al 26 novembre - venerdì sabato e domenica - al Teatro degli Audaci), un grande successo che mi è stato richiesto da tanti teatri. Sono felice così di continuare a fare il mio “Raccordo Anulare World Tour”». Avete capito, con l’eclettismo, la passione e l’amore per la vita di questo “cantattore”, no, nun se scherza.