È bastato un comunicato di sei righe, diramato un paio di giorni fa con l’intento di mettere un argine alla marea montante dei si dice, per chiudere una storia lunga trentotto anni: quella di Stefano D’Orazio coi Pooh. E il futuro della band ora è un’incognita. « I tavoli hanno quattro zampe » mastica amaro Red Canzian « se ne togli una non è detto che rimangano in piedi lo stesso » . Il momento è delicato ma nei tre superstiti c’è voglia di reazione. « La storia dei Pooh è più forte di quella dei suoi componenti » sottolinea Roby Facchinetti. Aggiunge Dodi Battaglia: « Questo distacco pesa su tutti noi come un divorzio dopo quarant’anni di matrimonio. Dobbiamo prima interiorizzare la nostra nuova situazione e poi vedremo che strade prendere. Per ora la nostra priorità è vivere questo momento insieme a Stefano, di cui abbiamo capito, anche se magari non condiviso, la scelta » . Incontrando la stampa, i Pooh presentano ufficialmente anche il nuovo album Ancora una notte insieme, doppio cd antologico con ventinove pezzi e l’inedito omonimo. « Certo, dobbiamo ridisegnare completamente un percorso, ma io che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno perché l’altra metà me la sono bevuta per far festa con gli amici, sono ottimista » conclude Roby. La parola passa a Stefano D’Orazio. « Da ragazzo mia madre mi diceva ' non vorrai stare dietro ai tamburi per tutta la vita?'. E invece è proprio quello che ho fatto. Ora sento il bisogno di guardarmi attorno e fare nuove esperienze. Ho dedicato praticamente tutta la vita a questo bellissimo viaggio, ma qualche mese fa soffiando sulle sessanta candeline mi sono reso conto che era arrivato il momento di andare oltre. In tanti anni ho concentrato tutto me stesso sul gruppo e ora ho capito di avere ancora tante cose da fare, troppo a lungo rimandate. Voglio finire di scrivere un libro, viaggiare, scoprire che le città non sono solo camerini e palasport. Non mi sento vecchio, ma è giunto per me il momento di crescere e mettere la testa a posto » . La sua voce, a questo punto, si emoziona un po’. « Faccio fatica a sentirmi mentre annuncio pubblicamente il mio addio, ho passato tanti anni fortunati con loro » . Tuttavia, la decisione è irreversibile: « Neanche il tour mi farà cambiare idea – dice il batterista, da 38 anni responsabile del marketing e della promozione della band. Roby, Dodi, Stefano e Red assicurano che la separazione sarà senza strappi né litigi. «Non abbiamo mai avuto un avvocato e non ci serve nemmeno ora, troveremo accordo su tutto» assicurano. « Davanti ad un rapporto come il nostro i soldi finiscono in secondo piano. Basta pensare che sette anni fa pur di tenerci i diritti delle nostre canzoni abbiamo rifiutato un’offerta della casa discografica da 37 miliardi di vecchie lire. Questo perché i Pooh sono dei Pooh e basta» . Recuperata la sua dimensione privata pure nel campo dei concerti, dopo la parentesi di ReGeneration con una multinazionale dell’entertainment, la band è pronta ad imbarcarsi nell’ultimo tour con D’Orazio. Debutto il 24 luglio in Piazza Duomo a Brescia. Ultima data il 28 settembre al Forum di Milano, poi il batterista romano, come il Robert Redford nella scena finale del film Il candidato, si chiederà: «E adesso?».