Giuni Russo «ha compreso il linguaggio dell’Amore Divino e lo ha cantato » ricordano le note di copertina di Cercati in me, l’album con cui il mondo della musica si riappropria dell’eredità della 'voce' siciliana, a cinque anni dalla prematura scomparsa. Arrivato sul mercato in punta di piedi, Cercati in me consegna infatti una nuova nostalgia ai fans di Giuni, con la forza sincera e dolente di cinque inediti e di alcuni remix segnati dal rammarico per quel che avrebbe potuto essere e non è stato, ma anche dalla straordinaria forza evocativa di una personalità che il tempo non è riuscito a confinare in un angolo buio della memoria. Da quando Giuni ci ha lasciati, infatti, non è passato anno senza tracce di lei: album dal vivo, raccolte di duetti, antologie e perfino un documentario firmato da Franco Battiato nei panni di regista, hanno mantenuto vivo infatti un ricordo attorno al quale familiari e amici hanno perfino mobilitato un’apposita associazione culturale. Per continuare a con- segnarci l’interprete di Energie così come sarebbe stata oggi: ispirata, fremente e percorsa da quella spasmodica ansia di ricerca che la vita aveva ripagato col soldo della solitudine. Con l’ausilio di uno spettro linguistico in bilico tra italiano, arabo e giapponese,
Cercati in me traversa undici canzoni facendo leva sulla tensione di Giuni verso le Sacre Scritture che, dall’inizio degli anni 90, ha scandito la sua elevazione morale ed artistica. Ispirati agli studi e agli scritti teologici di santa Teresa D’Avila e di Edith Stein, brani come
La settima stanza o la stessa
Cercati in me danno l’incipit ad una narrazione che incrocia pure lo spirito natalizio di Adeste fideles e la sacralità ottocentesca dell’Ave Maria verdiana di Otello. Insomma, un repertorio inteso come atto d’amore, di conforto, di preghiera, di ode all’inviolato perché riscatti il sentimento dell’arte dalle futilità che la deprimono. Tra i solchi di Cercati in me c’è la fede, ma pure la tensione, l’impegno, la passione, a riprova che in Giuni spiritualità e irrequietezza rappresentavano una interessante armonia degli opposti. Ma il messaggio più significativo di questo nuovo disco lo sparge probabilmente la mini suite con cui scivolano uno sull’altro il tradizionale iracheno Fogh in Nakhal ('Sulle palme'), Sakura e Nada te turbe. Completano il quadro, ancora una volta perfettamente a fuoco, le versioni rimissate di Oceano d’amore e Amore intenso scritte da Giuni a quattro mani con Maria Antonietta Sisini. Cercati in me è Giuni così come l’attendevamo, ancora.