Un'opera di street art sull'inquinamento (Danielle Tunstall/CreativeCommons)
Da qualche tempo oggetto di diffuse attenzioni e animate dissertazioni, l’andamento quotidiano e orario di particolato atmosferico (tecnicamente polveri sospese in aria, comunemente polveri sottili) è ormai seguito con la suspense riservata, in anni trascorsi, ai titoli azionari di Piazza Affari. Cosa giustissima, viste le preoccupanti conseguenze dell’aumento di queste particelle su salute, ambiente, clima, visibilità e beni artistici.
I "sentori", del resto, erano nell’aria da anni. E, infatti, già dal 2004, la Società italiana di aerosol - comunità scientifica di esperti multidisciplinari italiani e internazionali - si riunisce con cadenza biennale in congresso, per uno scambio di esperienze tra studiosi di qualità dell’aria di università, enti di ricerca e agenzie di protezione ambientale.
Vale dunque la pena prestare orecchio a quanto emergerà a Matera in occasione dell’imminente Convegno nazionale sul particolato atmosferico Pm2018 (23-25 maggio), soprattutto, in virtù dell’equilibrio e della cognizione di causa, dimostrati dagli organismi della società nel registrare lo status quo, esprimere valutazioni e suggerire possibili soluzioni (avendo i titoli per farlo). Pur se preponderante su scala globale il contributo al particolato atmosferico di origine naturale (spray marino, polveri desertiche, emissioni biogeniche) è su quello di origine antropica, tipicamente derivante da processi di combustione (traffico veicolare, riscaldamento domestico con biomasse ed emissioni industriali) che si concentrano gli sforzi maggiori. Questo perché, oltre all’elevato grado di nocività per la salute delle emissioni da queste sorgenti, sulle polveri di produzione umana è possibile intervenire con adeguate strategie di contenimento, che riducano le emissioni e abbattano le concentrazioni, ovviamente inefficaci sulle particelle di origine naturale.
Buona parte di quanto in circolazione, tuttavia, non è emesso in atmosfera direttamente dalle loro sorgenti primarie, ma qui prodotto da processi secondari di trasformazione gas-particella: per la sua riduzione, per la quale è necessario agire sui precursori (le specie in fase gassosa capaci di generare tale particolato) ogni strategia di abbattimento delle sole polveri risulta vana.
Le relazioni tecniche previste nella 3 giorni di lavori forniranno una panoramica su alcuni topos, ancora irrisolti dalle ricerche in ambiente atmosferico. Non poco complesso è lo studio dell’inquinamento di ambienti indoor (abitazioni, scuole o uffici) dove, oltre a trascorrervi il 90% del tempo, coesistono e si annidano due tipi di sorgenti: quella, molto simile per composizione chimica all’aria esterna, costituita dalle infiltrazioni di polveri provenienti da porte, finestre e fessure presenti nell’involucro degli edifici, e quella (di natura completamente differente) interna all’ambiente stesso, dovuta a cottura di cibi, riscaldamento domestico, emissioni da colle, vernici e prodotti di pulizia, e in minor parte legata alla presenza stessa delle persone.
In occasione della sessione relativa all’indoor, saranno illustrati i recenti progressi per individuare criteri e buone pratiche per ambienti di vita più salubri. Per i risvolti legati alle misurazioni sperimentali delle polveri, si annuncia attesa la sessione sulla qualità dell’aria in aree residenziali attigue a zone industriali e portuali: qui, infatti, alla quota specifica di emissioni da impianti si sommano quelle tipiche delle aree urbane, causando un generale sensibile peggioramento della qualità di vita, nel suo complesso.
È bene, in ogni caso, distinguere che nel corso degli ultimi tempi mentre le emissioni industriali segnano un incoraggiante miglioramento, riguardante soprattutto i grandi impianti, soggetti a controlli in continuo delle quantità di inquinanti rilasciate in atmosfera, altrettanto non vale per le emissioni navali in mare aperto che sono in costante crescita a causa di incremento di traffico merci e scarsa qualità dei combustibili.
Per la complessità dello studio degli effetti delle polveri sui cambiamenti climatici, osservatorio assolutamente privilegiato sono poi le regioni polari, in particolare, artiche, dove il riscaldamento globale ha subito un’amplificazione notevole, le cui cause, ancora incerte, sembrano legate all’aerosol in sospensione e alla loro interazione sulla formazione e le caratteristiche delle nuvole. Inoltre, poiché il particolato raggiunge l’Artico con un trasporto a lunga distanza da sorgenti in larga parte antropiche, specifiche sessioni di Pm2018 confronteranno le analisi sperimentali su emissioni alle sorgenti con quelle con successivo trasporto a lungo raggio: questo per diversi campionamenti acquisiti durante le campagne di raccolta dati.
Per la prima volta, sarà materia di discussione una componente di particolato finora poco investigata e relativamente trascurata, quella della frazione rilasciata in atmosfera dagli ecosistemi terrestri e marini (Bioaerosol) composta da organismi viventi e non: comprendente polline, batteri, virus, funghi e frammenti di tessuti biologici (vegetali e animali), sta assumendo sempre più rilevanza per la straordinaria capacità di diffondersi attraverso il trasporto in aria a livello globale, e di colonizzare ambienti naturali ed antropizzati, con pesanti effetti su biodiversità e salute umana. Dai lavori delle commissioni non saranno escluse sezioni metodologiche, in particolare, con un focus sulle "Simulazioni modellistiche", strumento indispensabile per individuare le sorgenti e ipotizzare eventuali scenari conseguenti a interventi di riduzione di inquinanti.
Al riguardo, è alquanto allarmante l’aumento di emissioni di particelle da stufe e termostufe alimentate a legna o pellet, usate per riscaldamento domestico: vantaggiosi per le emissioni di anidride carbonica, tali impianti (responsabili di piccole e numerosissime emissioni di prodotti di combustione incompleta del legno, fra cui idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, estremamente nocivi alla salute) non lo sono per nulla per l’inquinamento da particolato.
Nei processi in continua evoluzione, per avere la giusta dimensione delle tendenze in atto, di grande rilievo sono le tecniche innovative di misurazione, conditio sine qua non per ogni conoscenza scientifica. Nella sua eterogeneità, la Società italiana di aerosol - comunità di epidemiologi, pneumologi, genetisti, fisici, chimici, biologi, geologi, matematici - sottolineerà l’imprescindibilità del carattere multidisciplinare della ricerca nell’ambito delle polveri atmosferiche, e come solo il confronto fra ricercatori di aree diverse possano efficacemente individuare soluzioni ai molti quesiti scientifici e gestionali posti da questa complessa materia.