Per 27 anni l’
International Bulletin of Missionary Research ha pubblicato una relazione annuale inerente lo status globale della missione. Si tratta di un documento che tenta di quantificare la realtà cristiana del mondo confrontando le mutazioni del cristianesimo con quelli di altre fedi, sperimentando come le differenti forme di espressione del cristianesimo vivano il confronto con il recente e più lontano passato. Tale documento è certamente interessante, a volte stridente e talvolta provocatorio. La provocazione nel rapporto del 2011 riguarda il martirio. Per motivi legati alla ricerca, la relazione definisce come «martiri» i «credenti in Cristo che hanno perso le loro vite prematuramente come testimoni e in conseguenza all’ostilità umana». Questo Bollettino stima che in media vi siano stati 270 nuovi martiri cristiani ogni 24 ore negli ultimi 10 anni; infatti «il numero di martiri tra il 2000 e il 2010 si aggira intorno al milione». Si confronti questa cifra con i 34 mila martiri cristiani del 1900. Per un dato ancor più interessante si provino a sommare i numeri. Secondo il rapporto, entro la metà del 2011 nel mondo ci saranno 2 miliardi 306 milioni e 609 mila cristiani di tutte le confessioni, i quali rappresenteranno il 33% della popolazione globale. Si tratterà di un lieve aumento della percentuale rispetto al 2000 (32,7%), ma anche di una lieve diminuzione dal 1900 (34,5%). Di quei 2,3 miliardi di cristiani, circa 1,5 miliardi frequentano una chiesa e pregano in 5 milioni 171 mila congregazioni o «luoghi di preghiera», i quali sono passati da 400 mila nel 1900 a 3,5 milioni nel 2000. Questi 2,3 miliardi di cristiani possono essere suddivisi in 6 macro-blocchi dal punto di vista ecclesiale: 1 miliardo 160 milioni e 880 mila cattolici; 426 milioni e 450 mila protestanti; 271 milioni e 316 mila ortodossi; 87 milioni e 520 mila anglicani; 378 milioni e 281 mila «indipendenti» (ad esempio, coloro che sono separati dal cristianesimo storico di tipo confessionale oppure non ne sono affiliati); e 35 milioni 539 mila cristiani «marginali» (ad esempio, coloro che professano una teologia trinitaria sui generis, la cosiddetta "cristologia del dubbio" o una rivelazione al di fuori della Bibbia). Rispetto ai 2,3 miliardi di cristiani del mondo, vi sono 1,6 miliardi di musulmani, 951 milioni di indù, 468 milioni di buddisti, 458 milioni di cinesi che praticano culti popolari, e 137 milioni di atei, il cui numero è diminuito negli ultimi dieci anni nonostante i miagolii di Richard Dawkins, Christopher Hitchens e di altri.Si tratta di alcune statistiche comparative di crescita che risultano impressionanti: in questo stesso 2011 avremo una media di 80 mila nuovi cristiani al giorno (31 mila saranno cattolici) e 79 mila nuovi musulmani ogni dì, ma meno di 300 atei ogni 24 ore. L’Africa ha dimostrato di essere l’area più sorprendente dal punto di vista della crescita cristiana nel secolo scorso. Si contavano 8,7 milioni di cristiani africani nel 1900 (ai primi posti Egitto, Etiopia e Sudafrica); a oggi abbiamo 475 milioni di cristiani africani e il numero è destinato a raggiungere quota 670 milioni entro il 2025. Un ulteriore, stupefacente scatto di crescita, misurato secondo le varie tipologie, è stato rilevato tra i cristiani pentecostali e i carismatici: 981 mila nel 1900, 612 milioni e 472 mila nel 2011, con una media di 37 mila nuovi adepti al giorno. Si tratta della crescita più veloce in due millenni di storia cristiana. Per quanto riguarda la ricerca sull’unità dei cristiani, nel 1900 si evidenziavano 1600 confessioni cristiane; erano 18.800 nel 1970 e 42 mila oggigiorno. Ecco altri numeri di rilievo: 545 miliardi di dollari sono destinati annualmente a cause cristiane, vale a dire 1 miliardo e mezzo di dollari al giorno. Ci sono circa 600 milioni di computer di utilizzo cristiano, in crescendo rispetto ai 1000 del 1970. Quest’anno saranno distribuite 71 milioni 425 mila Bibbie e circa 2 miliardi di persone si sintonizzeranno almeno una volta al mese con radio o tv a impronta cristiana. Nel 2011 saranno pubblicati 7,1 milioni di libri riguardanti il cristianesimo rispetto al milione e 800 mila del 1970. La grande lezione dell’
International Bulletin 2011 sullo stato della missione globale può essere presa in prestito dalla famosa battuta di Mark Twain sulla sua presunta morte: gli studi sulla scomparsa del cristianesimo sono stati enormemente esagerati. Il cristianesimo può dirsi in calo nell’Europa occidentale, ma si colloca in una curva a crescita esponenziale che impressiona in altre parti del mondo, compresa la più difficile delle regioni per l’evangelizzazione cristiana, l’Asia. Infatti, il continuo aumento del cristianesimo rispetto al declino dell’ateismo (in numeri assoluti e considerando gli atei come percentuale sul totale della popolazione mondiale) suggerisce la possibilità che la dimensione caustica del nuovo ateismo – mostrato in tutta la sua crudezza prima della visita di papa Benedetto XVI in Gran Bretagna nel settembre scorso – potrebbe avere a che fare con un timore preciso di alcuni atei, di per sé scaltri: stanno perdendo e il tempo sta avanzando. È improbabile che una notizia del genere si possa apprendere dai media tradizionali. In ogni caso ci sono i numeri.
(traduzione di Laura Zanella e Lorenzo Fazzini)