Padre Santo, «Chi crede non è mai solo... Non siamo soli, siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio... Noi tutti siamo la comunità dei santi, noi battezzati, noi che viviamo del dono della carne e del sangue di Cristo, per mezzo del quale egli ci vuole trasformare e renderci simili a se medesimo» (dall’
Omelia per l’inizio del ministero petrino, 24 aprile 2005).Era il 24 aprile di cinque anni fa quando Lei, Santità, pronunciava queste parole, nel giorno in cui iniziava il ministero petrino. Padre Santo, oggi siamo qui anzitutto per esprimerLe dal profondo del cuore il nostro ringraziamento per aver accettato la missione di essere nostro pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Con la sua parola e la sua testimonianza non ha smesso di dirci che «la Chiesa è viva», che «la Chiesa è giovane» e che «porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro» (
ivi). Questa realtà rimane vera anche nei momenti in cui sperimentiamo la prova; quando – per riprendere le Sue stesse parole – «desidereremmo che Dio si mostrasse più forte (...), che sconfiggesse il male». Non sono, infatti, proprio questi momenti di sofferenza quelli nei quali più entriamo nel mistero della «pazienza di Dio», con la quale Egli redime il mondo?Padre Santo, iniziando il ministero petrino Lei ci additava il buon Pastore, confermandoci che «tutti noi siamo portati da Cristo», il quale «nello stesso tempo ci invita a portarci l’un l’altro». Sullo sfondo, le sue parole davano voce alle tante forme di deserto in cui l’umanità si dibatte: «Il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto; il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo» (
ivi).Padre Santo, oggi davanti a Lei sono riuniti gli operatori e gli animatori della cultura e della comunicazione. In questi giorni abbiamo riflettuto sul grande potenziale costituito dalle tecnologie digitali e su come esse stiano modificando non soltanto il nostro modo di informarci e di comunicare, ma anche e più in profondità le stesse relazioni tra le persone. Siamo consapevoli che aprono grandi opportunità anche per la diffusione dell’annuncio cristiano.Siamo qui con la disponibilità a nostra volta a non rimanere indifferenti davanti alle tante persone che oggi vivono nei deserti del mondo. Intendiamo valorizzare tutte le strade che il continente digitale offre per farci sempre più prossimi all’uomo; intendiamo, con la forza che ci viene dal Suo limpido Magistero, portare avanti la missione di costruire ponti di comprensione e di comunione, perché cresca il dialogo e la pace nella società e «mostrare agli uomini del nostro tempo, all’umanità smarrita di oggi, che Dio è vicino; che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda» (dal
Messaggio per la XLIV Giornata mondiale delle comunicazioni sociali). Grazie, Padre Santo, di quanto vorrà ora dirci: accogliamo la Sua parola con gratitudine grande e devozione filiale.