Pompei. Più che una mostra è un viaggio spirituale nel rapporto tra l’uomo e il divino, legame profondo che non ha tempo, se non il principio, nato insieme all’umanità. Così
Per grazia ricevuta. La devozione religiosa a Pompei antica e moderna permette di osservare diversità e similitudini tra i reperti provenienti dagli scavi romani e dal Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario. Il percorso espositivo è allestito nell’Antiquarium della città sepolta, all’ingresso di Porta Marina, che riapre a 36 anni dalla sua chiusura in seguito al terremoto del 1980. Lo spazio fu realizzato da Giuseppe Fiorelli nel 1870, ha avuto vicende alterne e ora è simbolo della concretezza del Grande Progetto Pompei. Inaugurata il 28 aprile, aperta fino al 27 novembre (tutti i giorni dalle 9 alle 19), la mostra è un modo per indagare il rapporto intimo e personale dell’uomo con Dio, passando dal mondo pagano al mondo cristiano in una sorprendente continuità di espressione nel rispetto della profonda diversità delle due religioni. Per la prima volta, infatti, vengono messi a confronto i rituali e le offerte votive che gli antichi sanniti e romani di Pompei donavano alle divinità pagane con quelli che i cristiani, ancora oggi, offrono al Santuario della Madonna del Rosario. Ne emerge uno stringente parallelismo che, cambiati i tempi e le religioni, si perpetua nel rituale e nel 'linguaggio'. Così Afrodite accoglie i visitatori. La statua della dea della fertilità è stata rinvenuta in un tempio extraurbano della città che il Vesuvio inabissò nella cenere. Un percorso ricco di pregiati reperti, testimonianza delle origini etrusche delle famiglie fondatrici di Pompei, ma anche la provenienza da Atene di alcuni manufatti, accompagna fino agli
ex voto della sezione della mostra dedicata al Santuario fondato dal beato Bartolo Longo che, «sin dall’inizio – spiega l’arcivescovo Tommaso Caputo – ha avuto caro il doppio valore della città di Pompei per il suo patrimonio archeologico e per la devozione alla Vergine». Dalla dea Iside che allatta Horo alla statua della Madonna del Latte, il visitatore passa dall’iconografia «naturalistica a quella rivelata per grazia divina» dice Francesco Buranelli, ex direttore dei Musei Vaticani, che ha curato questo aspetto della mostra, ideata e organizzata da Giuseppe Lepore, presidente del Centro europeo turismo e cultura. Il percorso si integra con sezioni tematiche allestite sia nel Santuario che nell’area degli scavi per promuovere continuità culturale tra il turismo archeologico e il pellegrinaggio religioso, secondo le intenzioni del soprintendente Massimo Osanna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA EX VOTO. La mostra nel Santuario di Pompei