domenica 12 dicembre 2010
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Un coro di zampogne intona una piva nella notte. Capannelli di voci agli angoli delle strade mentre la neve cade lenta. Canti in famiglia attorno al presepe. O persino qualche aggeggio elettronico che gracchia a ripetizione Stille nacht. Sono molte e di ogni tipo le immagini in musica del Natale, la festa che più di tutte le altre ha saputo dotarsi di una colonna sonora. Sacra e oggi, purtroppo, sempre più profana. Popolare, colta, persino rock. Ne offre una carrellata (coscientemente incompleta, ma non potrebbe essere altrimenti) Andrea Pedrinelli nel volume Le musiche del Natale (Edizioni Ancora, 176 pagine, euro 14). L’autore passa in rassegna – anche se con una propensione per la musica pop – 250 opere, dal gregoriano al gospel fino ai brani in dialetto per oltre 300 autori dalla B di Bach alla Z di Zero. Fornendo un’ampia discografia.È un volume che riserva sorprese e sfata non pochi luoghi comuni sulle musiche natalizie. Scopri brani che hanno attraversato i secoli. In dulci jubilo, per esempio, è una melodia del Trecento. Tanto affascinante che Bach la rielaborò in molte composizioni, Liszt la reinterpretò al pianoforte, e con Mike Oldfield (l’uomo di Tubular bells) è finita addirittura in hit parade. Non è però infrequente che brani natalizi scalino le classifiche. Nato negli Usa, il disco di Natale è una operazione che dà spesso ottimi frutti. Ad inaugurare la tradizione fu White Christmas, capostipite tra l’altro degli inni di un Natale secolarizzato. La versione originale di Bing Crosby si stima abbia venduto a oggi cento milioni di copie. Un record assoluto.In altri casi le canzoni hanno subito curiose trasformazioni. Come la partenopea Santa Lucia, scritta nel 1849 da Teodoro Cottrau. Che con dicembre non ha nulla a che fare, ma che in Svezia è diventata l’inno ufficiale della festa della luce. La stella citata in When you wish upon a star, colonna sonora del Pinocchio Disney, è invece diventata in Danimarca e in Giappone la cometa. Così come nulla ha a che fare col Natale Jingle bells: sono bastate un po’ di neve e una slitta per iscriverla di diritto al 25 dicembre. Mutazioni simili hanno interessato autori classici come Bramhs, Schubert o Richard Strauss: i loro Wiegenlieder, ovvero "ninne nanne", hanno trovato posto senza chiederlo nella grotta di Betlemme. Ribaltata come un calzino invece la Sinfonia "Lamentatione" di Franz Joseph Haydn. Scritta per la Passione è finita nei dischi come Christmas Symphony!Sul Natale canzoni ne hanno scritte in tanti, anche insospettabili, come i Ramones. E nessuno scommetterebbe che l’autore più prolifico è stato il "comunista" Pierangelo Bertoli. Ma i capolavori, si sa, nascondono storie strane. Come per Bethlehem down, amatissima in Inghilterra, tra le più tenere e sofisticate Christmas carols mai scritte. Peter Warlock la compose nel 1927 in risposta a un concorso indetto dal Daily Telegraph. Chi mai, ascoltandola, direbbe che partecipò (e vinse) solo per garantirsi una "clamorosa bevuta" il giorno di Natale?
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