l confronto, comunque la si pensi, è impietoso: giovedì 9 giugno Raidue in prima serata batte tutti, raccogliendo con Annozero 8.389.000 telespettatori, share del 32,29%; giovedì 29 settembre col talent show Star Academy, nella stessa fascia oraria, raccoglie 1.352.000 spettatori, pari al 6.41% (quasi la metà della media di rete). Una differenza negativa di quasi 26 punti di share e 7 milioni di spettatori.Un segno che non è politico, in senso stretto. E che, per essere capito fino in fondo, va letto allargando il ragionamento anche alla performance di giovedì sera di Raiuno. L’ammiraglia Rai, infatti, dopo giorni di crisi, ha stravinto grazie a Don Matteo, che ha ottenuto nel primo episodio 7.165.000 spettatori (share 26.05%) e nel secondo 6.450.000 (share 28.29%). Che Santoro e Don Matteo siano programmi molto diversi è un dato che non sfugge a nessuno, ma una cosa li unisce: entrambi hanno tratti precisi e riconoscibilissimi che li fanno arrivare (con modi, toni ed esiti diversi) ad un grande pubblico.
Ciò che sta andando in crisi in questa stagione non è tanto la televisione nel suo complesso e nemmeno programmi «di destra» o «di sinistra». No, se crisi c’è (e c’è), riguarda – almeno per ora – i programmi ibridi. Per esempio, certe fiction di Raiuno che spingono troppo l’acceleratore su temi e situazioni forti (e quindi vengono bocciate dalla platea tradizionale della rete) e soprattutto i tanti, troppi programmi fotocopia. Star Academy, per restare al mega flop dell’altra sera, non è un brutto programma. Per usare un ossimoro, è una novità del passato. Cioè qualcosa di visto e stravisto. Quindi, in definitiva, è ben più che brutto: è inutile ripetizione di cose già viste.Il messaggio che il pubblico ha mandato giovedì a chi fa tv è inequivocabile: il trucco di riproporre un format già andato male su Italia 1 col nome di Operazione trionfo, dandogli un’aggiustatina e un nome diverso, non funziona più. Di cloni, programmi fotocopie e show senza idee non se ne può più. Dopo anni di passività la platea tv è diventata più attiva. Sceglie di più. E il risultato è – per stare alla Rai – che il martedì vince Ballarò, don Matteo batte storie «più moderne» e «torbide» e lo spazio che una volta era di Serena Dandini fa ascolti in ribasso. Parla con me non era certo un capolavoro, ma aveva il suo pubblico. Il quale, rimasto «orfano», non si accontenta di ciò che c’è su Raitre, ma sceglie. Anche di spegnere la tv o di guardare La7.In questo senso il flop di Star Academy, ma anche quello dei giorni scorsi di Raiuno e di una certa fascia oraria di Raitre (che sta danneggiando Tg3 Linea notte) sono un segnale molto esplicito. Come ricordava nei giorni scorsi Luca Bernabei della Lux (che produce tra l’altro Don Matteo) proprio sulle pagine di Avvenire: è la famiglia la salvezza della vera tv. In un mondo televisivo dove tutti cercano fasce sempre più ristrette di pubblico, la Rai deve cercare di unire, puntando sempre e solo sulla qualità.