Piero Bargellini - archivio
A Firenze è ricordato come il sindaco dell’alluvione. Era stato eletto da poco quando l’Arno, il 4 novembre 1966, straripò. E lui, Piero Bargellini, noto letterato ancor prima che politico, abitava nel quartiere più colpito, Santa Croce, addirittura di fianco alla basilica francescana dove sabato pomeriggio il cardinale Gualtiero Bassetti ha presentato il volume Piero Bargellini commenta la Divina Commedia, pubblicato dalla rivista “Città di Vita” insieme alla storica casa editrice Vallecchi a conclusione delle celebrazioni dantesche. Si tratta della raccolta dei commenti radiofonici sui singoli canti della Commedia che Bargellini aveva fatto per un anno, dal maggio 1965 al maggio 1966, tutte le mattine dai microfoni Rai. Testi, che a giudizio del presidente della Conferenza episcopale italiana, «illustrano in dettaglio non solo gli aspetti letterari ed estetici del poema dantesco, ma anche e soprattutto i contenuti, il suo significato morale e spirituale. Non un mero esercizio di stile, ma qualcosa di molto più pratico. Non solo una didattica, ma una specie di riconsegna agli italiani di una preziosa eredità, da riattualizzare e rendere feconda, massimamente in termini di unità e compattezza morale e nazionale». In quanto alla figura di Bargellini, Bassetti sostiene che «rappresenti ed esprima quegli ideali danteschi di nobiltà d’animo, rispetto, ripudio della violenza, dirittura morale, dedizione, solidarietà, aspirazione a “seguir virtute e conoscenza”, ad andare oltre la brutalità, oltre la finitezza della condizione umana: i valori personali e sociali, le fondamenta che hanno tanto a che fare con le radici cristiane su cui si sono costruite l’Italia e l’Europa come oggi le conosciamo». In questo senso anche il commentario dimostra che Bargellini è «soprattutto un educatore, non incombe, ma guida: un Virgilio colto, discreto, ma un gradino più in là. È, potremmo dire, un Virgilio cristiano, un paradosso che del resto Dante stesso aveva adombrato». Bassetti azzarda persino che Bargellini, insieme a La Pira, sarebbe piaciuto a Dante: «Molto probabilmente li avrebbe messi insieme, accanto, come una coppia di altissima valenza, in qualche cielo riservato al valore morale e all’integrità di vita». Alla presentazione del volume, promossa dalla Comunità francescana e dall’Opera di Santa Croce, sono intervenuti anche padre Giancarlo Corsini, rettore della basilica, padre Antonio Di Marcantonio, direttore di “Città di Vita”, Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, e Alessandro Bacci, direttore editoriale della Vallecchi. Presente anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. Mentre la prefazione al volume porta la firma del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, il quale definisce «essenziale e incisivo» il commento alla Divina Commedia attraverso un linguaggio semplice che rende comunque «trasparente il messaggio carico di significati, popolato proprio di simboli, intrecciato con la storia e teso a diventare paradigma universale».