«Domanda 27». È quella finale. Nella voce che risuona nello studio tv corre l’emozione. «La fortuna è: 1) Immensa; 2) Colossale; 3) Inaspettata; 4) Cieca». Dal concorrente sigillato in una capsula sferica non giunge risposta. L’equivalente di risposta sbagliata. Basse pulsazioni in sottofondo caricano la tensione. Primo piano sul volto. E l’avversario, l’interrogante, abbassa la leva. Una scarica elettrica di 480 volt scorre nel corpo dell’interrogato. Sopra le urla di dolore della vittima la conduttrice annuncia festosa al torturatore tra gli applausi del pubblico: «Hai vinto un milione di euro!». È l’ultima frontiera del reality. Siamo su France 2, l’emittente pubblica francese. Ma non tutto è come sembra.
Zone Xtrême è in realtà un documentario in cui veri concorrenti affrontano senza saperlo un finto gioco. Jean Paul, l’interrogato chiuso nella cabina, è un attore. Non ha mai ricevuto le scariche elettriche che a ogni errore salgono progressivamente da 20 a 480 volt. Le sue urla sono registrate. Ma gli interroganti, loro, sono veri. Infliggono consapevolmente voltaggi che ritengono reali. Negli scopi dell’ideatore, il produttore Christophe Nick, noto in Francia per programmi di denuncia e il cui motto è «utilizzare tutti i mezzi della tivù per uccidere la tivù stessa», si tratta «di dimostrare il potere di asservimento della televisione». Con successo. L’80% degli ottanta partecipanti ha abbassato la leva fulminando lo sconfitto. Le riprese, seguite dal quotidiano francese
Libération che ieri ne ha dato ampio resoconto, sono in corso da dieci giorni ma il progetto è partito cinque anni fa con un budget imponente di 2,5 milioni di euro e con la garanzia di un comitato scientifico. La messa in onda del documentario è prevista a fine 2009. Christophe Nick ha voluto trasporre in ambito televisivo l’esperienza dello psicologo statunitense Stanley Milgram, che tra il 1960 e il 1963 sottopose a test 600 persone per dimostrare la capacità di obbedienza di fronte a un’autorità che si ritiene legittima. Gli autori del programma raccontano di avere gli incubi la notte pensando a quanto accade in studio. C’è però chi si ferma. Nick li ricorda con commozione: «Una persona ha rifiutato di obbedire dicendo 'Sono io ad abbassare la leva. Sono io a venire filmato, quindi sono io a dire basta'». Ma sono casi rari. Una nuova domanda. La manopola gira. È Telettrochoc, come l’ha definito
Libération. L’ennesima follia (per una volta falsa) dei reality tv.