Un re controverso. Una figura, pur con le sue ombre, tra le più interessanti della storia antica. Per i cristiani è il crudele sovrano della strage degli innocenti. Ma Erode il Grande, per la storia ebraica, è molto altro: guerriero, politico, mecenate. E soprattutto infaticabile costruttore. Proprio a Erode è dedicata a Gerusalemme, fino al 4 febbraio 2014, una grande mostra archeologica allestita nelle ampie sale del
Museo d'Israele. Per la città santa è il vero evento culturale del 2013.Come indica il titolo ("Erode il Grande. L'ultimo viaggio del re") la mostra prende spunto dalla scoperta della tomba reale ad opera del grande archeologo israeliano Ehud Netzer, scomparso il 27 ottobre 2010 per le ferite e i traumi interni riportati in seguito a una brutta caduta nel corso degli scavi dell'Herodion. Proprio in questo sito, a lungo studiato anche da padre Virgilio Corbo e dagli archeologi francescani dello Studium Biblicum di Gerusalemme, Netzer ha ritrovato, dopo 40 anni di scavi, il mausoleo e il sarcofago che presumibilmente ha ospitato le spoglie del sovrano.È Giuseppe Flavio, nelle
Antichità giudaiche, a narrare l'«ultimo viaggio del re»: il trasferimento in pompa magna del feretro dal palazzo di Gerico all'Herodion. Da allora però, della sepoltura di Erode si era persa traccia. Del mausoleo funerario, che misura 10 metri di lato e probabilmente raggiungeva l'altezza totale di quasi 25 metri, è stata identificata la base, mentre delle componenti architettoniche, strutturali e decorative, si sono ritrovati solo frammenti. La parte più spettacolare dell'esposizione di Gerusalemme è incentrata sulla ricostruzione del
tholos, cioè della parte superiore del mausoleo. Dalle centinaia di frammenti rinvenuti all'Herodion si sono potuti ricostruire anche tre sarcofagi di pietra decorati secondo lo stile dell'epoca. Nessuna iscrizione permette però di identificare con sicurezza il sarcofago di Erode, anche se con buona approssimazione gli archeologi ritengono che il più sontuoso e finemente decorato dei tre possa essere quello attribuibile al re.Partendo dalla storia e dalle tappe dell'importante ritrovamento dell'Herodion, fortezza che sorge solitaria nei pressi di Betlemme, la mostra si allarga poi ad esplorare luoghi e temi adatti a contestualizzare l'attività del re nella Palestina del suo tempo. A Erode si deve la costruzione di magnifici palazzi e fortezze (tra cui Masada e Macheronte), la riedificazione d'intere città come Cesarea (che divenne un grande porto) e Sebaste, in Samaria. A Gerusalemme ricostruì la Fortezza Antonia, ma soprattutto riedificò il Tempio (terminato nel 62-64 d.C., cioè pochi anni prima della distruzione da parte dei romani). Nello splendido palazzo reale, oltre a personaggi di dubbia fedeltà, vissero alla sua corte anche uomini di cultura, come Nicola di Damasco, autore di una perduta Storia universale in 144 libri, che fu tra le fonti utilizzate da Giuseppe Flavio per le sue Antichità giudaiche.Tra le opere civili di Erode spicca il magnifico palazzo di Gerico, del quale viene presentata ai visitatori la sala del trono. Tra i personaggi contemporanei al sovrano, sono rappresentati in statue o busti dell'epoca la regina egiziana Cleopatra e i romani Marco Antonio e Cesare Ottaviano Augusto. La vita concreta, che si svolgeva nei palazzi erodiani, è invece raccontata dalle suppellettili e dalle decorazioni musive, marmoree e pittoriche. Attraverso frammenti di affreschi e stucchi decorati si torna nuovamente all'Herodion, con la presentazione del ritrovamento della sala reale dedicata all'intrattenimento musicale presso il teatro, anch'esso ritrovato di recente.In questo luogo, secondo gli archeologi, si svolsero magnifiche feste e concerti degni dell'imperatore di Roma. Eventi fortemente voluti da Erode che, non essendo di sangue reale e neppure ebreo (era infatti idumeo per parte di padre e nabateo per parte di madre), cercò in questo modo d'ingraziarsi corte e dignitari di un popolo che governò da tiranno e dal quale non riuscì mai a farsi amare.