giovedì 23 giugno 2011
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«Sarei incline ad attribuire le sfortune delle finanze elleniche all’eccessivo indebitamento con l’estero, che comporta un peso che il Paese, condotto da un’amministrazione finanziaria imperfetta e lasciva che ha trascurato la riscossione dei tributi mentre il bilancio commerciale è deficitario, non può sostenere». A centoventi anni dalla sua redazione, questa analisi della situazione economica della Grecia sembra scritta ieri. Si riferisce invece alla crisi del 1893, quando il regno ellenico dichiarò bancarotta. A redigerla fu Edward FitzGerald Law (1846-1908) un diplomatico britannico, il cui intervento salvò la Dracma contribuendo a mantenerla stabile per cinquant’anni. La Grecia, indipendente dal 1821, alla fine del XIX secolo, sembrava impotente davanti al peso dei debiti che la soffocavano. Sir Edward affrontò la situazione riuscendo a guadagnarsi la gratitudine di tutto il Paese, tanto che ne resta, silenziosa testimone, una piccola via che porta il suo nome a due passi da piazza della Costituzione ad Atene, dove vediamo scorrere le manifestazioni più accese degli ultimi mesi, curioso memento di una crisi che pare avere lontane radici. Nel 1892, Law, chiamato all’improvviso all’ambasciata britannica, fu testimone della confusione che attanagliava la Grecia: le finanze dello Stato erano in completo disastro e le relazioni con l’Europa occidentale in piena crisi, dopo che si erano raffreddati gli entusiasmi che nei decenni precedenti avevano sostenuto la lotta d’indipendenza raggiunta dopo quattrocento anni di dominio ottomano. Gli impegni che il piccolo regno si era assunto in campo militare e per dotarsi di infrastrutture moderne ne avevano prosciugato le risorse. La politica manifestava anch’essa gravi debolezze, con governi deboli e di breve durata. Il sovraindebitamento e le spese avevano ridotto le finanze a zero e prodotto un deficit crescente nei bilanci dello Stato. Il compito che il primo ministro Charilaos Tricoupis si trovò ad affrontare apparve immane. Tricoupis, che in gioventù aveva passato molto tempo in Inghilterra, cercò l’aiuto del governo britannico e della Francia per risolvere i problemi del Paese. Ma prima ancora si trattava di dire la verità, con un’indagine accurata e veritiera sull’economia greca, che avrebbe potuto ridare fiducia agli investitori. Affidata a Sir Law, l’indagine fu dapprima accolta come una intollerabile interferenza estera negli affari ellenici, ma in quattro mesi di lavoro, mentre indagava ogni aspetto delle finanze greche, il diplomatico seppe riconciliarsi con l’opinione pubblica, alla quale mostrò tutta la sua serietà e l’amore per questo Paese, di cui fino a quel momento lui, funzionario dell’Impero, non aveva mai saputo nulla. Il rapporto Law non nascose nulla dei guai del Paese, comprese le critiche al sistema fiscale, incapace di riscuotere imposte che, previste all’inizio di ogni anno, venivano raccolte in tempi quasi doppi e con una forte evasione. «Il forte sentimento patriottico – scriveva Law – sviluppa una tale violenza partigiana che impedisce l’equa applicazione delle imposte», poiché si facevano distinzioni politiche nella riscossione, esigendo tutto dai nemici e salvando gli amici. Eppure Sir Edward (che anche personalmente fu coinvolto dalla Grecia sposando una donna di Atene, che contribuì negli anni al successo del suo lavoro) comprese le grandi potenzialità del Paese di cui mise in luce la generale onestà e moderazione dei costumi, la promettente agricoltura e la posizione geopolitica. Law elaborò alla fine un bilancio preventivo di prova per il 1893, adottando regole contabili moderne e basandosi sulle entrate effettive cui accompagnare una totale riorganizzazione fiscale e un nuovo prestito internazionale con l’intento di ridurre la massa monetaria in circolazione. Il piano avrebbe avuto successo, contribuendo a ristabilire la fiducia all’interno della Grecia e all’estero, anche se il Paese dovette passare dalla dichiarazione di fallimento che Tricoupis, nella primavera 1893, pronunciò con coraggio in parlamento sospendendo il rimborso dei prestiti e ogni spesa non necessaria. Per quanto le turbolenze politiche comportarono le dimissioni del ministero, la Grecia poté riprendere a breve sotto la sua guida il proprio cammino, secondo i canoni dettati da Law che, alla sua morte, fu sepolto ad Atene ricevendo i massimi onori. Intanto, già nel 1896, i primi giochi olimpici dell’era moderna avevano restituito ad Atene anche un’immagine positiva nel mondo.
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