È l’incubo più reale di quelli affrontati finora da Dylan Dog: la povertà. Quella quotidiana, fatta di mancanza di un tetto, del cibo necessario per tirare avanti, di relazioni. E i protagonisti che l’affrontano insieme all’Indagatore dell’Incubo non sono gli zombie, i mostri, i deformi e i reietti che marciano verso l’ipotetica liberazione dalle convenzioni sociali e dall’estetica comune. Insomma i mostri tipici della parafrasi dylandoghiana a fumetti del
Terzo Stato di Pelizza da Volpedo. In questo caso le persone in coda per un colloquio al Centro d’ascolto o in attesa di un pasto caldo sono i bisognosi, i poveri, gli indigenti che ogni giorno bussano alla porta della Caritas. Quella Ambrosiana che vede Dylan Dog fianco a fianco dei senza fissa dimora. Si tratta dell’originale iniziativa di
Scarp de’ tenis, il mensile di strada che per il suo rinnovamento ha scelto l’«Indagatore dell’Incubo» quale testimonial. Una storia inedita del popolare personaggio dei fumetti è infatti contenuta nel numero 187 (dicembre-gennaio) del mensile. «Nel mio delirio di idee - racconta il direttore Stefano Lampertico - sono uscito dal mio ufficio e ho detto agli altri: "Per lanciare il nuovo
Scarp ci vuole Dylan. Ma non una tavola. Una bella storia. Magari tra i barbun"». Magari tra le decine di persone in difficoltà che assiepano la mensa Caritas di Milano come le altre aperte in giro per l’Italia.Interpellata, la Sergio Bonelli Editore (la casa editrice che pubblica mensilmente anche
Tex e
Zagor) ha prontamente offerto l’utilizzo del personaggio. Non di rado i personaggi dei fumetti sfuggono alle gabbie anguste costituite dalle vignette che li inquadrano per accompagnare i lettori a riflettere su aspetti della vita particolarmente importanti. A volte, lo fanno "dal di dentro" delle storie, altre, sostenendo con la loro presenza un appello o una campagna di informazione. Il direttore editoriale Mauro Marcheselli ha contattato lo sceneggiatore Davide Barzi proponendogli uno spunto e l’autore - dopo una illuminante visita alla Caritas - si è messo all’opera, affiancato dal bravissimo disegnatore Sergio Gerasi. La storia breve, realizzata a mezzetinte, è poetica e delicata. Una storia "vera", seppure raccolta in appena una manciata di pagine. Quando si mette in fila all’esterno, Dylan pensa sia un locale, perché la dignità del luogo e delle persone accolte non fa pensare a un rifugio. Banalissimamente: non è l’abito a fare il clochard. «Le persone in difficoltà potrebbero camminarci di fianco e non ce ne accorgeremmo: - rilancia Barzi - sono i veri fantasmi del nuovo millennio». Mostra tra l’altro l’ispettore Bloch, l’amico di tante avventure di Dylan e oggi in pensione, nelle vesti di "garante" in Caritas della sensibilità dei senza tetto. È lui "Il volontario" della storia di
Scarp, preludio ad altre imprese di carta, protagonisti sempre i personaggi della Sergio Bonelli Editore pronti a nuove avventure a favore del mensile di strada.