La presentazione del Festival di Musica Cristiana, a Sanremo - Federica Sclippa
Sanremo, città della musica a tutto tondo, compresa quella cristiana. È lo stesso primo cittadino della città dei fiori a dare il suo “imprimatur” laico alla prima edizione del Festival della Musica Cristiana di Sanremo che si svolgerà in contemporanea al Festival da domani, 3 febbraio, al 5 febbraio con 24 artisti in gara.
Attenzione, non un “controfestival” ma una kermesse canora a tutti gli effetti perfettamente integrata con l’atmosfera sanremese. «Io sono molto contento e orgoglioso come Comune di Sanremo di ospitare nella nostra città il primo Festival della Musica Cristiana», ha detto ieri il sindaco Alberto Biancheri alla presentazione stampa presso la sede della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo della nuova kermesse che ha proprio il patrocinio del Comune della città dei fiori, ringraziando il vescovo di Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta per avere appoggiato l’iniziativa, organizzata dal cantautore Fabrizio Venturi, che condurrà le tre serate insieme a DJ Mitch di Radio 105, inviato delle Iene, Gaetano Gennai e Valentina Spampinato, e con la partecipazione di Marta Bucciarelli.
L’iniziativa, che si terrà nell’Auditorium di Villa Santa Clotilde, Opera Don Orione, è patrocinata dal Comune di Sanremo, in collaborazione con la Diocesi di Ventimiglia-Sanremo. Presenti alla conferenza stampa, fra gli altri, anche don Gianni Castignoli, direttore dell’opera Don Orione, Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana, e Gianni Testa, presidente della giuria. Radio Vaticana seguirà e racconterà il Festival della Canzone Cristiana sui social e sul portale Vatican News in diretta dalle 14.30 alle 19.30.
Sul palco tanti ospiti come il cantautore Giuseppe Cionfoli, il Capitano Ultimo (Sergio De Caprio), mentre Vittorio Sgarbi ha dovuto dare forfati per un gravissimo problema familiare.
La presentazione del Festival di Musica Cristiana, a Sanremo - Federica Sclippa
Fra i tanti artisti di livello che saranno in gara, spunta fuori il nome di Erminio Sinni, il vincitore del primo “The Voice Senior”, cantautore di lungo corso che presenterà in gara il brano Padre Nostro di cui è coautore con la cantautrice Dajana D’Ippolito, con lui sul palco. «Sono stato miracolato tre anni fa, ho ripreso la via maestra che avevo abbandonato da bambino – spiega Sinni –. Sono andato dai buddisti, dai tibetani, mi manca solo Manitu. E alla fine Dio ce l’avevo sotto gli occhi, questa cosa mi ha cambiato la vita. A settembre sono andato per la prima volta a Medjugorje. Ero andato con la mia ragazza per chiedere se era il caso di sposarsi. In cima al monte, abbiamo avuto un segno inequivocabile. Così due mesi fa ci siamo sposati». Il cantate che ha trovato anche una nuova giovinezza musicale ammette di essere «stato miracolato tante volte, in una vita avventurosa c’è sempre stata una mano dall’alto che mi ha guidato». Ma dato che gareggerà a Sanremo, meglio il palco dell’Ariston o quello del Festival della Musica Cristiana? «Se tu hai un talento devi metterlo a disposizione della comunità – spiega –. Puoi parlare di sociale o d’amore al festival di Sanremo, o di spiritualità su un altro palco. Tutte e due le cose fanno bene. Parlo di questa vicinanza al Signore, per essere testimone di speranza e rendere quel talento che Lui mi ha donato mettendolo al servizio degli altri».
Il vescovo Suetta plaude alla testimonianza personale di fede degli artisti in gara. «Questa iniziativa è nel solco della nostra tradizione. Dall’anno precedente il Giubileo sino al 2014 la Diocesi ha organizzato Jubilmusic che condivideva la stessa ispirazione e lo stesso impegno. Confido che l’iniziativa di quest’anno sia un seme destinato a crescere e consolidarsi nel tempo».
Suetta ha anche invitato il Festival di Sanremo alla «responsabilità». «Si può proporre buona musica, si può esprimere arte e si può divertire rimanendo dentro dei limiti che devono comunque rispettare quella che è la fisionomia del nostro Paese. Negli ultimi anni, purtroppo, è diventato anche amplificatore di determinate mode o ideologie che secondo me dovrebbero essere gestite e trattate in maniera diversa ».
«Sono molto credente, ma dobbiamo essere consapevoli di lasciare la libertà alle persone, di lasciare agli artisti la libertà di esprimersi, sia in termini di canzoni, sia in termini di monologhi o altri interventi – replica a distanza Amadeus – . Grande rispetto per tutti e anche grande rispetto per gli artisti che saliranno sul palco dell’Ariston, altrimenti si crea una serata che rischia di non essere al passo con i tempi».
Per Venturi, comunque, ora più che mai la christian music serve: «Tutti i generi musicali devono essere messi sullo stesso livello. Il festival della musica cristiana propone contenuti importanti e artisti di grande livello. Il messaggio che vogliamo emanare è uno solo, la fede». Concorda con lui Massimiliano Menichetti direttore di Vatican News e Radio Vaticana: «Per noi è molto bello sposare questa inziativa perché il messaggio di gratitudine e lode a Dio è di grande Speranza».
Ci potrebbe essere anche la possibilità che sul palco dell’Ariston vengano ospitati alcuni cantati del Festival della Canzone Cristiana.
Per ora dobbiamo accontentarci di Achille Lauro che, accompagnato dall’Harlem Gospel Choir, ha aperto ieri sera la kermesse all’Ariston cantando la sua Domenica fra ancheggiamenti, tatuaggi e furbe provocazioni. Il “pio” Achille finisce con l’inginocchiarsi sul finale a tutto gospel per cospargersi d’acqua il capo a mo’ di pseudobattesimo. Una dedica, dice lui, a sua madre, cattolica impegnata nel sociale, che ha compiuto ieri 61 anni: «Le madri sono esseri divini, ci danno la vita ogni giorno. Oggi, in un nuovo inizio, vi omaggio del mio battesimo. Che Dio ci protegga. Hallelujah». Viva la mamma, però è il solito teatrino dèja vu.