I Beatles e i Rolling Stones fanno pace sulle note del pianoforte di Danilo Rea. Per il suo nuovo progetto musicale di "piano solo", infatti, il musicista capace di veleggiare con eleganza sospesa fra il jazz e il primo amore, il rock. Così nel nuovo album Something in our way (16 brani targati Warner disponibili da ieri) accompagnato da un tour appena iniziato ieri sera all’Unicredit Pavillon di Milano, Rea ricompone l’eterna rivalità fra i Fab Four e i ragazzacci di Mick Jagger.
Una vera sfida: «Non é la prima volta che affronto il repertorio dei Beatles perché con le loro canzoni sono cresciuto e dal vivo li suono spesso – spiega l’artista –. La cosa sorprendente è che lavorando a questo progetto mi sono avvicinato tantissimo ai Rolling Stones mi sono reso conto di quanto siano potenti». I rischi, anche erano parecchi, ma Rea che il mondo del pop lo conosce bene (è collaboratore storico di Mina) ha trovato una chiave originale per rielaborare brani che hanno fatto la storia della musica mondiale, ovvero affrontandoli con leggerezza, improvvisazioni e soprattutto dolcezza.
Così scorre sotto la pelle un brivido delicato con While my guitar gently weeps composta dallo scomparso George Harrison, mentre scorrono con un filo di nostalgia capisaldi dei Beatles come Let it be, Obladi Oblada, Yesterday, che piacerebbero anche a McCartney e Lennon. Ma come se la cava Rea con il rock più graffiante degli Stones? Egregiamente, pestando i tasti in un Jumpin’ Jack flash con sfumature blues, o diventando struggente in Wild Horses, tornando delicatissimo in Angie. Dal vivo, poi, con il suo spettacolo Across my universe: my Beatles, my Stones Danilo Rea rimescola tutto, contamina e entusiasma. Operazione acchiappapubblico, insomma. Se fatta bene, perché no?