martedì 14 novembre 2023
Per il Piccolo Teatro porta la sua performance ecologista sulla transumanza nel Parco di Porto di Mare a Milano Sud. "Papa Francesco dice cose rivoluzionarie sulle questioni climatiche"
Marta Cuscunà, regista associata del Piccolo Teatro di Milano

Marta Cuscunà, regista associata del Piccolo Teatro di Milano - Foto di Masiar Pasquali

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Tornare a riscoprire il rapporto tra esseri umani ed esseri non umani, fra campagna e città, portando il teatro in un parco agricolo alle porte di Milano, dove il pubblico assisterà al rito della transumanza e dei suoi linguaggi sonori con un gregge di circa mille pecore.

Bucolica è un progetto performativo ad hoc, ideato dalla regista Marta Cuscunà, artista associata del Piccolo Teatro di Milano. Si tratta della prima tappa italiana di Unlock the city! progetto europeo, vincitore di “Creative Europe” in collaborazione con tre artisti associati del Piccolo, oltre alla Cuscunà, Davide Carnevali e Sotterraneo. Il Piccolo ne è capofila, in cordata con le istituzioni teatrali ed accademiche di altri cinque Paesi europei (Belgio, Norvegia, Repubblica Ceca, Romania, Spagna) e in collaborazione con il Politecnico di Milano, per riflettere collettivamente sul teatro come strumento per ripensare il paesaggio nella città post pandemica. Sabato 18 e domenica 19 novembre, alle ore 12, andrà in scena Bucolica nel paesaggio “naturale” del Parco di Porto di Mare, nella zona Sud di Milano. In una zona ibrida tra città e campagna, Bucolica descrive lo spazio di incontro tra sette fischiatori dell’Associazione Culturale Silbo Gomero (una vera e propria lingua fischiata, praticata dagli abitanti dell'isola vulcanica La Gomera delle Canarie), un gregge di pecore Giganti Bergamasche, le persone che abitano il quartiere e il pubblico del teatro.

«Esiste una comunità non-umana che abita per due volte l'anno la zona sud-est di Milano: un gregge di pecore che pascolano a Porto di Mare e dintorni durante la transumanza – spiega ad Avvenire la Cuscunà - . Il paesaggio del parco urbano si anima di suoni bucolici: il belare degli animali, lo scampanio che segue i loro movimenti e i richiami del pastore per tenere unito il gregge. Fischi, schiocchi, trilli: un sistema di comunicazione intra-specie che ha radici ancestrali e che in alcuni paesi del mondo si è evoluto in vere e proprie lingue umane con un vocabolario specifico fatto di fonemi fischiati. La più conosciuta è il Silbo Gomero, lingua fischiata pre-coloniale parlata dagli abitanti dell'isola vulcanica La Gomera delle Canarie. Nate tra umano e gregge, simili al linguaggio degli uccelli , tramandate oralmente: le lingue fischiate sono un sistema di comunicazione ibrido e multispecie che dà forma a un paesaggio sonoro in cui umano e non-umano si confondon».

Marta Cuscunà, nata a Monfalcone, grazie a maestri del teatro contemporaneo come Joan Baixas e José Sanchis Sinisterra, ha sviluppato un originale teatro di figura. Come ha fatto in Corvidae. Sguardi di specie la serie tv scritta per il programma di Rai 3 La Fabbrica del Mondo di Marco Paolini e Telmo Pievani, dove uno stormo di corvi regala una prospettiva diversa sui danni che come specie abbiamo combinato al Pianeta. Perché l’ «ecofemminista» Cuscunà da sempre è attenta ai temi ambientali e dell’indipendenza femminile: vedi gli spettacoli È bello vivere liberi! storia della staffetta partigiana Ondina Peteani e La semplicità ingannata sulle Clarisse “ribelli” di Udine nel ‘500. «Nel mio gruppo di lavoro c'è stata la “ola” quando abbiamo visto che papa Francesco ha citato nella sua esortazione apostolica Laudate Deum la filosofa dell’ecofemminismo Donna Haraway su cui ho scritto lo spettacolo Earthbound – aggiunge la Cuscunà -. Il Papa, a livello delle questioni climatiche sta dicendo delle cose assolutamente rivoluzionarie».

In Bucolica quindi Cuscunà punta a decostruire una visione del mondo in cui l’uomo si sente fuori dalla natura, per ritrovare un nuovo equilibrio, in sinergia con le comunità che abitano il quartiere Corvetto in cui avverrà la performance. «Il professor Antonio Longo della facoltà di Urbanistica e paesaggistica del Politecnico mi ha fatto incontrare alcune delle associazioni del territorio che si occupano della povertà educativa e di donne o famiglie che cercano di uscire da contesti di violenza – aggiunge la regista -. L'impatto è stato molto forte. In particolare l’incontro con l’Associazione Nocetum e la sua fondatrice suor Ancilla Beretta e con Gloria Mari presidente della Nocetum Società Cooperativa sociale».

La regista sposta il focus dalla nostra specie alle altre seguendo il gregge del pastore Giuseppe Salvi. «Mi ha colpito sua figlia Anna che sta prendendo in mano le redini del gregge: lei ha 22 anni, sta studiando all’Università ma a tutti gli effetti è una nomade che costruisce la sua vita intorno al benessere degli animali – spiega - . Vive in una roulotte, segue il gregge in alta montagna d’estate dove non c'è l'acqua corrente né l'elettricità. E’ un modo far sopravvivere una pratica, patrimonio immateriale dell’umanità, che si trova di fronte a innumerevoli ostacoli: le antiche vie della transumanza sono sempre più bloccate dalle proprietà private, dal traffico e da un’agricoltura sempre più intensiva». La performance, che sarà gratuita previa prenotazione e si terrà con qualunque condizione atmosferica, vedrà il pubblico aspettare il gregge, mentre 7 fischiatori dell’isola di La Gomera si scambieranno tramite fischi modulati informazioni trascritte per il pubblico su un grande schermo da una traduttrice. «Siamo sull'orlo della catastrofe e anche noi dovremmo cercare delle soluzioni per sopravvivere sul pianeta che non sta bene».

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