giovedì 5 maggio 2016
Sei secoli fa nella città del lago si tenne l’assise ecclesiastica che pose fine allo scisma di Occidente e condannò Jan Hus. Attorno al lago si affacciano Germania, Svizzera e Austria.
Qui ci vuole più Costanza
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La prima notizia è che in tempi di muri e barriere una regione turistica che insiste su ben quattro nazioni europee si promuove e propone ai visitatori in modo unitario, come se i confini non esistessero. D’accordo, è 'solo' turismo ma non è poco. Anche perché la seconda notizia è che quella scelta non è una novità, nel senso che obbedisce a una storia di 1300 anni. Siamo sulle sponde del Lago di Costanza, gli stati in questione sono Germania, Austria, Svizzera e Principato del Liechtenstein (questi ultimi, come è noto, fuori dalla Ue e dall’area euro) e per addentrarsi in quella storia che si affaccia sul presente non c’è niente di meglio che toccarla con mano, almeno per cenni, da turisti consapevoli, appunto. Arrivare qui dall’Italia è facile e il treno - Ferrovie Svizzere via Chiasso, Gottardo e Zurigo - è il mezzo migliore, cui aggiungere il noleggio di un’auto oppure - ed è il primo modo per sperimentare l’assenza di barriere - dotandosi di un biglietto cumulativo Euregio che consente di viaggiare su tutti i mezzi pubblici di questa regione senza frontiere. Il nostro punto di partenza è la svizzera San Gallo, città a torto poco conosciuta dagli italiani che al massimo la associano ai merletti che vi si producono; ma l’industria tessile che l’ha resa ricca di palazzi liberty è un battito di farfalla al confronto della storia cristiana in cui ci si imbatte di colpo dopo aver attraversato il quartiere medievale fitto di 111 bovindi.  Tutelato dall’Unesco, il magnifico complesso dell’Abbazia di San Gallo va visitato assolutamente con l’ottima audioguida in italiano che in un’ora fa viaggiare per 14 secoli. È infatti il 612 quando i monaci Gallo e Colombano si accampano accanto alla cascata ancora visibile dietro gli edifici; il secondo proseguirà verso l’Italia, il primo resterà qui fondando un monastero che nel secolo successivo diventerà benedettino.  È l’inizio di un’avventura culturale giunta sino a noi e fatta delle migliaia di ore di lavoro dei monaci amanuensi che fecero di questa pezzo di Europa lo scrigno della civiltà continentale. Nel gioiello barocco della Stiftsbiblioteck, una delle più belle biblioteche del mondo, si entra calzando babbucce di feltro varcando la porta sovrastata dalla scritta in greco: 'farmacia dell’anima'. È qui che si possono ammirare codici e volumi esposti a rotazione - sino al 6 novembre una interessantissima mostra sulla medicina medievale che riconferma la luminosità amica dell’uomo dei cosiddetti secoli bui - ma soprattutto si può sostare di fronte alla teca che custodisce la famosa 'pianta di San Gallo'. Si tratta di una pergamena con la grande pianta di un monastero benedettino ideale. I dettagli di celle, locali comuni, stalle, birreria fanno quasi dimenticare che siamo di fronte all’unico documento architettonico sopravvissuto ai sette secoli che vanno dalla caduta dell’Impero romano al 1200. La pianta è stata infatti disegnata nel terzo decennio del IX secolo e par di vedere l’anonimo monaco chino nello scriptorium del vicino monastero di Reichenau intento a tracciarla con prezioso inchiostro rosso. Si esce sulla grande spianata dell’abbazia e si pronti per farsi indicare un nuovo percorso dalle imponenti torri barocche della cattedrale. A nord del lago di Costanza infatti, in territorio tedesco, si dipana la strada del barocco dell’Alta Svevia: 750 km di itinerario tematico che si spinge sino a Ulm tra castelli e palazzi nobiliari - bello quello rococò di Meersburg -, aree verdi - imperdibile l’isola-giardino di Mainau - e naturalmente chiese e cattedrali. Saliamo sul traghetto a Friedrichshafen – che ospita anche il museo dedicato ai dirigibili Zeppelin – e sbarchiamo a Costanza, ancora in territorio tedesco. Nella 'capitale' della regione il tema dominante sino al 2018 è il 600° del Concilio che sancì la sofferta fine dello scisma d’occidente con l’elezione a Papa di Martino V. Affacciato sul lago, un tozzo edificio tradisce le origini di magazzino per le derrate. Mentre i lavori del Concilio si svolgevano nella cattedrale, i cardinali si riunirono qui per eleggere Martino V. Oggi l’edificio è un rinomato ristorante e, naturalmente, si chiama Konzil. Non capita tutti i giorni di cenare in una sala che ha ospitato un conclave…
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