«Posso notare chiaramente la catena montuosa dell’Himalaya... meraviglioso! ». La voce, ancora un po’ gracchiante via radio, era quella dell’astronauta americano Gordon Cooper, nel corso del suo volo orbitale sulla capsula Mercury Faith 7, nel maggio 1963. È una delle prime, e maggiormente famose frasi provenienti dallo spazio, sullo spettacolo relativo alle montagne viste da lassù. Oggi, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, trascorrono una buona parte del loro tempo libero ad osservare, fotografare e twittare il nostro pianeta dalla Space Cupola, la torretta con sette vetrate costruita in Italia. Dallo spazio infatti, la Terra osservata dagli astronauti sembra scorrere lentamente, nonostante la velocità orbitale sia di 28mila chilometri orari.
E i dettagli da lassù, come ci raccontano gli stessi astronauti, si possono notare solo da quella postazione del tutto privilegiata. Dettagli che vengono osservati dagli occhi degli astronauti, ma anche (e soprattutto) dagli occhi elettronici dei satelliti. E le catene montuose, sono spesso protagoniste di immagini e studi dalle orbite attorno al nostro Pianeta. Il nostro paese ha un ruolo importante nelle missioni di osservazione satellitare della Terra, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana e l’industria, in particolare Leonardo- Finmeccanica.
Con la sua tecnologia, costruisce satelliti e sensori, realizza centri di controllo, sviluppa servizi e applicazioni, sia direttamente sia attraverso le joint venture con Thales, Thales Alenia Space e Telespazio ed e-Geos, società di Telespazio e Agenzia Spaziale Italiana. In Italia hanno sede alcuni tra i centri più importanti al mondo per l’osservazione della Terra: lo stesso centro dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), a Frascati, è dedicato a studi e osservazione della Terra dallo spazio.
A Matera c’è il centro spaziale gestito da e-Geos che garantisce i servizi operativi e di manutenzione della costellazione satelllitare Cosmo-SkyMed ed è una delle tre stazioni dell’Esa per la ricezione ed elaborazione quasi in tempo reale dei dati radar e ottici acquisiti dai satelliti Sentinel, nell’ambito del Programma Copernicus: «L’Italia è protagonista in questo settore con i propri satelliti ed è tecnologicamente all’avanguardia» spiega l’ingegner Fabio Volpe, di e-Geos. Scrutano con attenzione il nostro pianeta in particolare con i radar, realizzati in Italia da Thales Alenia Space, che hanno osservato in dettaglio persino le montagne di Marte e Venere.
Quelle della Terra quindi vengono monitorate con grande precisione: «Le montagne da lassù sono straordinarie da vedere e fotografare – aggiunge Volpe – ma vengono anche effettuati studi di grande rilevanza, soprattutto a supporto della prevenzione dei disastri naturali. Siamo in grado di derivare informazioni su movimenti lenti che avvengono sul territorio, anche in zone di montagna.
Sono rilevabili, infatti, con precisione nell’ordine di pochi milimetri, spostamenti di minima entità, che forniscono un elemento importante per la valutazione della stabilità di una zona. Nell’ambito di un progetto del ministero dell’Ambiente, tutto il territorio italiano è stato oggetto di analisi e sono stati quindi oggetto di analisi sia le Alpi che gli Appennini. In genere, i monitoraggi sono basati su misure effettuate due volte al mese. Dall’analisi delle serie storiche è quindi possibile ricavare informazioni utili a supporto delle attività di prevenzione ».
Ma da lassù, dallo spazio e dal cielo stellato, gli strumenti dei satelliti, guardando sulle alte vette delle montagne osservano anche altri dettagli: «Con i satelliti a disposizione, si possono realizzare mappe dettagliate, anche tridimensionali, che descrivono il territorio e le sue trasformazioni – aggiunge – In particolare i satelliti ottici consentono di effettuare osservazioni non possibili tramite l’occhio umano non rilevabili dall’occhio umano, in quanto acquisiscono dati anche all’infrarosso. Su tali frequenze vengono acquisite informazioni di rilievo principalmente sulla vegetazione, evidenziando possibili situazioni anomale nelle coltivazioni e nei boschi».
Un esempio importante di prevenzione?: «Ad esempio ai Giochi olimpici di Soci, nel 2014 – dice Fabio Volpe – abbiamo monitorato preventivamente i movimenti del terreno lungo i pendii insistenti ai lati della ferrovia tramite la quale avveniva il trasporto del pubblico all’area degli impianti olimpici. Il monitoraggio ha consentito di individuare le zone a maggiore instabilità, per le quali sono state allestite, ben prima dell’inizio dei Giochi, opere di contenimento che hanno preservato l’integrità della linea ferroviaria e consentito alle migliaia di turisti, e ancora oggi a tutti, di arrivare all’area olimpica in tutta sicurezza».