Da ieri sera, Sanremo ha mostrato la sua faccia giovane: cantanti conosciuti soltanto nella Rete, grazie al download o attraverso le emittenti radiofoniche private. Ieri si sono mostrati per la prima volta al grande pubblico Anansi, Serena Abrami, Gabriella Ferrone e Raphael Gualazzi, ultima sorprendente scoperta di Caterina Caselli, la signora della canzone che alleva giovani talenti, prendendosi tutto il tempo necessario, e non li brucia al primo flop discografico. Sui giovani il Festival dovrà riflettere seriamente, e scommettere di più. Un Sanremo che Caselli sogna: «Vorrei – ci dice – un Paese, prima ancora di un festival di canzoni, che fosse capace di dire ai giovani: ragazzi è possibile. Quando ci si trova davanti al talento, bisogna trovare un modo perché queste capacità non siano mortificate, se non addirittura ostacolate». Detto papale papale: «Abbiamo bisogno che il merito sia riconosciuto e sia protetto». L’ex Casco d’oro, che non ha mai vinto il Festival, ma a cui Sanremo ha sempre portato fortuna (a partire da Nessuno mi può giudicare), ogni anno si aspetta di più: «Con tutti i mezzi che ha, Sanremo potrebbe essere un’occasione più importante per i talenti sconosciuti. Così aiuterebbe la musica, non questo o quel giovane emergente». Con Sanremo o senza Sanremo, Caterina Caselli va avanti, appassionata, per la sua strada. Sanremo aiuterà il giovane della scuderia, Gualazzi, un pianista di straordinarie capacità espressive che affondano e prendono linfa dal jazz, ma Caselli aiuta Sanremo perché – si è sentito ieri sera – un ragazzo, che nel suo secondo cd si permette di fare il verso a Duke Ellington, va trattato come merce rara. Peccato soltanto che un brano di pochi minuti, come la sua Follia d’amore, non consenta di esprimere tutte le proprie capacità. Venderà, ma non è soltanto questo che interessa a Caselli. Ha voluto aiutare un talento, e le basta. Da oggi Sanremo 2011 è già sul mercato. Dai, attacca il giradischi! Ma il mercato piange. Il fatturato del mercato discografico italiano nel 2010 ha perso sei milioni di euro rispetto all’anno precedente. Il dato non confortate è diffuso dalla Fimi, la federazione che rappresenta le principali aziende discografiche italiane. Ma attenzione, non è venuta meno la voglia di musica. Semplicemente, cambia in modo significativo il veicolo musicale. I dati, raccolti dalla società di revisione Deloitte, evidenziano infatti l’estrema vivacità del mercato della musica online, cresciuto del 10 per cento rispetto al 2009, generando circa 22,5 milioni di euro di ricavi. Le vendite di cd e dvd musicali hanno perso rispetto all’anno precedente il 3 per cento, attestandosi a quasi 120 milioni di euro contro i circa 124 milioni dell’anno precedente. Sul fronte digitale si conferma il trend di crescita già evidenziato nella prima parte dell’anno, infatti il fatturato si è attestato a circa 22,5 milioni di euro, contro i 20,5 del 2009. Una crescita ancora del 10%, trainata in gran parte dal successo del download da internet, +14%. Il digitale in Italia ha mostrato un trend percentuale più pronunciato rispetto alla media mondiale che è stata del 6%. «Il mercato italiano nel 2010 – dice Enzo Mazza, direttore della Fimi – ha mostrato come vi siano sicuramente delle opportunità da sviluppare sul fronte delle nuove tecnologie». La musica, insomma, ha sempre un futuro e, piaccia o no, dentro c’è anche Sanremo. Il palco del teatro Ariston simbolo del Festival di Sanremo