In principio è stata Mantova a essere nel 2016 la prima Capitale italiana della cultura. Quest’anno tocca a Pistoia salire sulla ribalta nazionale per raccontarsi e mostrare le ricchezze e la creatività di quell’Italia considerata a torto “minore”. E nel 2018 quale città conquisterà il titolo messo in palio dal ministero dei Beni culturali? Fra poche ore, nel pomeriggio di martedì 31 gennaio, sarà svelato il nome della nuova Capitale della cultura che riceverà non solo il “marchio” che le consentirà di vivere dodici mesi sotto i riflettori ma anche un milione di euro come premio.
Ai nastri di partenza della terza edizione dell'iniziativa ideata dall'allora premier Enrico Letta e promossa dall'attuale ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, si erano presentate ventuno città. Alla fase finale sono giunte in dieci. In questa sorta di “concorso di bellezza” il Nord domina con cinque località: Trento, Aquileia, Montebelluna, Settimo Torinese e Comacchio. A rappresentare il Centro Italia è Recanati, mentre i portabandiera del Mezzogiorno sono Ercolano, Palermo e l’unione dei Comuni elimo-ericini in Sicilia. A queste si aggiunge la sarda Alghero. Nelle scorse settimane le delegazioni sono sfilate di fronte alla giuria di esperti presieduta da Stefano Baia Curioni, docente di economia della cultura, per illustrare i punti di forza e i programmi. «Abbiamo ricevuto molte proposte di elevata qualità – riferisce Baia Curioni – a dimostrazione che le città hanno saputo combinare insieme cultura, partecipazione e creazione di capitale sociale».
Allora conosciamo le realtà che si contendono la vittoria. Trento, l’«ultima città italiana» verso Nord (con Bolzano e Trieste) ma anche del Concilio, delle associazioni, dell’università, dei giovani ha coniato lo slogan “Oltre le mura” per indicare la volontà di essere una «casa per tutti» capace di incontrare lingue, culture, saperi differenti. Già fissato l’evento di inaugurazione con la notte bianca “Apriti, città”. Il Concilio sarà protagonista di un viaggio virtuale attraverso i suoi documenti; quindi ispirerà il “Concilio delle città europee” e il festival di musica sacra. I cento anni dalla fine della Grande Guerra saranno al centro di due mostre. Poi spazio agli alpini, al “Cantiere Europa” sui passi di Alcide De Gasperi, alla “notte dei ricercatori”, al festival dell’economia, ai raduni sportivi. Fra i lasciti l’hub-capitale destinato agli “innovatori” del Trentino.
Torna in lizza per la terza volta Aquileia, la città-ponte di 3mila residenti in Friuli-Venezia Giulia che lega il suo nome all’Impero Romano e al patriarcato. Sull’archeologia – a cominciare dalla celebre Basilica – si incentra la candidatura che si propone di farne uno strumento di educazione e convivenza civile. In primo piano bambini, giovani e disabili. In cantiere la trasformazione dell’ex essiccatoio in un laboratorio archeologico per le scuole. Altro impegno è essere un centro internazionale del dialogo interculturale e religioso.
Ha 30mila abitanti Montebelluna, unico Comune veneto (provincia di Treviso) in gara, che parla di una candidatura «azzardo». Rinomato mercato fin dal Medio Evo, è oggi una città-azienda con il suo distretto dell’abbigliamento sportivo. “Made in...” è il motto che parte da un’idea: la cultura è anche impresa e va portata in spazi insoliti come stabilimenti, parchi, uffici. In evidenza lo sport con la metamorfosi del Museo dello scarpone, mentre verrà rivalutata la “memoria dolente” del primo Novecento con la nascita del memoriale della Grande Guerra. In calendario la biennale di arte e scienza e una rassegna su cosmo e asteroidi.
Sulla stessa lunghezza d’onda Settimo Torinese. Quarantottomila abitanti, la città-dormitorio alle porte del capoluogo piemontese ha chiamato il dossier “Perché no?” e si lancia come «modello del saper fare». Benché non sfoggi basiliche o regge, l’antico borgo di lavandaie che ha vissuto l’epopea dell’industrializzazione e il suo declino vuol dimostrare che «la periferia non esiste». Come testimonia la “Spina” di Renzo Piano nel sito industriale Pirelli, ha trasformato le fabbriche in tesori culturali: l’ex Paramatti è la biblioteca Archimede o l’ex Siva accoglierà un omaggio al concittadino Primo Levi. La comunità è anche modello di prossimità: lo dicono i 30mila migranti ospiti del centro di accoglienza.
Racconta il rapporto fra uomo e natura Comacchio, 22mila residenti in provincia di Ferrara. Città d’acqua e di pescatori che deve il sua “rinascenza” al governo dei cardinali (ne sono esempi il ponte dei Trepponti o la Cattedrale), scommette sull’intero delta del Po. In cartellone la fiera internazionale di birdwatching, rassegne di “cinema galleggiante”, il Carnevale sull’acqua, concerti con il Ravenna Festival, l’Archeofestival, il festival del romanzo storico. Poi vedrà la luce il museo del Delta antico che darà un tetto alla ritrovata Nave romana. E sarà aperto il museo dell’antica diocesi di Comacchio.
Non poteva che definirsi la «città dell’infinito» Recanati, il Comune marchigiano in provincia di Macerata di 21mila anime dove è nato Giacomo Leopardi. I luoghi del poeta, dal colle dell’Infinito al palazzo Leopardi, formano un «eco-museo della poesia» di cui fa parte anche la Casa di “Silvia” che verrà restaurata. La corsa al titolo è figlia di una campagna di ascolto scaturita dal film Il giovane favoloso del 2014 con la regia di Mario Martone che sostiene il progetto assieme al cardinale Gianfranco Ravasi. Fra gli appuntamenti le Operette morali messe in scena da Martone, un convegno su Leopardi e la Cina sulle orme di padre Matteo Ricci, il “cinema di poesia”, il festival della matematica, i “notturni industriali”. Spazio anche ai Cammini lauretani e alla musica nella città del tenore Beniamino Gigli con “Lunaria” sui canti popolari o le performance nel Distretto musicale.
Vuole essere all’altezza del suo patrimonio storico e naturale Ercolano, la città campana in provincia di Napoli di 53mila abitanti famosa per gli scavi dell'urbe romana distrutta dal Vesuvio. “Living Ercolano” è il motto del percorso che punta sul parco archeologico, sul primo museo archeologico virtuale d’Europa e sul museo a cielo aperto delle Ville Vesuviane. Porta di accesso al cratere visitato ogni anno da un milione di escursionisti, il progetto fa andare a braccetto cultura e turismo con festival, esposizioni ed eventi per educare all’accoglienza. Proposti anche tour notturni, concerti e spettacoli fra i resti. Terra di camorra che «i commercianti hanno denunciato», si legge nel dossier, riqualificherà il mercato di Pugliano fino all’antica Villa dei Papiri dove verrà realizzata una passeggiata archeologica.
Ancora in gara il capoluogo della Sicilia, Palermo, che nel 2018 organizzerà «Manifesta 12», la biennale europea dell’arte contemporanea che sarà l’occasione per un «ripensamento della città». In primo piano il percorso arabo-normanno fra il capoluogo, Cefalù e Monreale appena inserito nel patrimonio Unesco. Il Teatro Massimo ha già programmato nel 2018 Rigoletto di Verdi, Turandot di Puccini, il balletto Adam’s passion con la regia di Bob Wilson; poi accoglierà il coro multietnico “Arcobaleno”. Fra i temi scandagliati le migrazioni nel Mediterraneo (con il festival delle letterature migranti) e le tradizione religiose, a partire dal festino di santa Rosalia.
Altra pretendente siciliana è l’unione dei Comuni elimo-ericini. Una candidatura multipla che raduna Erice, Buseto Palizzolo, Custonaci, Paceco, San Vito Lo Capo, Valderice e che ha per titolo “Pop up” perché, come un libro animato, vuole narrare il paesaggio. Balcone naturale che si affaccia sul mare, com’è il castello normanno di Venere, guarda a poesia e memoria (ne è la prova il nuovo parco letterario multimediale), arte contemporanea (dalla biennale internazionale all’omaggio a Carla Accardi), musica (dall’hip hop allo spettacolo Odyssey passando per Nabucco), teatro (in un’arena di paglia). Forte del parco archeologico di Selinunte e delle Cave di Cusa, coniuga gli itinerari del Liberty trapanese, il museo del gusto, il nuovo laboratorio del restauro del paesaggio e la devozione popolare.
Si affida all’appellativo “porta del Mediterraneo” Alghero, ribattezzata la piccola Barcellona. Quarantaquattromila abitanti in provincia di Sassari che vivono nella riviera del Corallo, si presenta come «città-isola». Peculiarità è il dialetto, contaminato dal catalano, che verrà valorizzato coinvolgendo anche la Spagna. Nell’ex cotonificio sorgerà un polo della creatività e nell’ex caserma carabinieri la “casa” delle associazioni. Particolare attenzione sarà riservata a famiglie e bambini, a cominciare dal museo diocesano. Spiccano poi i riti della Settimana Santa, il codice Cant de la Sibil-la emblema Unesco del patrimonio musicale locale, le Grotte di Nettuno e Verde, l’impegno all’inclusione con la giornata del rifugiato, il cinema grazie al meeting internazionale, la moda con lo stilista Antonio Marras, la realtà aumentata e il 3d colonne del festival delle nuove tecnologie, lo sport con il rally e gli Internazionali di tennis in carrozzina. Dopo una Capitale assegnata al Nord e una al Centro, sarà la volta del Sud o delle isole? C’è chi lo sostiene. Lo sapremo in queste ore quando sarà aperta la busta di fronte al ministro Franceschini.