«Il bello di essere a Cannes è che qui il mio film viene rimesso al suo posto. L’attenzione si concentra sul lavoro che ho fatto, le immagini vengono giudicate dal punto di vista estetico, e non per quello che rappresentano, come accade invece in Italia, dove il dibattito sulla pellicola occupa solo una piccola parte». In concorso a Cannes,
Habemus Papam, apprezzato senza enfasi dai critici, è stato molto applaudito ieri sera alla proiezione ufficiale, con Nanni Moretti in lacrime sopraffatto dalla commozione.In mattinata il regista, di casa qui sulla Croisette, si era confronto per la prima volta con le reazione della stampa straniera. Sereno, disponibile, sorrideva e scherzava. E non è scivolato nella tentazione di lasciarsi andare a commenti sulla situazione politica italiana («Ripeterei le stesse cose che ho detto in passato»; diverso l’atteggiamento del protagonista Michel Piccoli che ha attaccato Berlusconi), tanto che a una giornalista libanese curiosa di sapere se il film sia una metafora della classe dirigente italiana, aveva risposto con un secco «no». Per poi aggiungere: «
Habemus Papam non vuole dare indicazioni. Il Papa che fugge dal Vaticano si pone delle domande e le pone anche al pubblico, ma il film non offre soluzioni. Mi interessava far incontrare mondi e realtà diverse. Molti si aspettavano un film di denuncia ma io volevo raccontare il mio papa, i miei cardinali e il mio vaticano, diverso da quello fatto di intrighi e complotti visto in altre pellicole. I miei personaggi nulla hanno a che vedere con quelli reali e che umanizzano quel mondo.Curiosi i giornalisti stranieri anche a proposito delle reazione dei cattolici in Italia: «Le posizioni veramente dure sono state poche – commenta Moretti – e non sono rappresentative di tutto il mondo cattolico. Ma io non è ho approfittato per fare la vittima, un ruolo che non mi interessa ». Ma poi aggiunge: «Non sono un credente e quindi a chi sostiene che al mio film manca la fede, dico che è vero. Ma non ho nei confronti del cattolicesimo una posizione conflittuale, piuttosto di distacco». «Mi è stato raccontato che durante la proiezione per la stampa critici e giornalisti del resto del mondo ridevano negli stessi momenti in cui hanno riso gli italiani. Gli elementi della commedia sono stati di certo colti dal pubblico, ma dalle domande rivoltemi ho capito che a colpire è stata soprattutto la dimensione più drammatica del film, quella che ruota intorno a un uomo che vaga per la città pieno di dubbi e in cerca di risposte». I bookmakers sostengono che ad avere più chance di vittoria fra gli italiani sia Sorrentino, ma Moretti sa che il grande favorito della vigilia è Malick. «Non saprei dire da chi vorrei essere battuto, ma di certo sarei contentissimo se il film da Cannes partisse per un viaggio in giro per il mondo, con le sue gambe».