martedì 4 ottobre 2011
Accolto il ricorso di Karen Murphy, condannata a una multa di 8mila sterline (9.300 euro) per aver trasmesso nel suo locale gli incontri del campionato inglese con una scheda e un decoder di una pay-tv greca. Camiglieri: a rischio la vendita all'estero.
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La proprietaria di un piccolo pub di Portsmouth, in Gran Bretagna, ha vinto una battaglia legale che promette di rivoluzionare il sistema dei diritti per la diffusione delle partite di calcio in Europa. Con una sentenza storica, la Corte di giustizia dell'Ue ha accolto il ricorso di Karen Murphy, condannata a una multa di 8mila sterline (9.300 euro) per aver trasmesso nel suo locale gli incontri del campionato inglese con una scheda e un decoder di una pay-tv greca: uno stratagemma sempre più diffuso nel Regno Unito per aggirare il costoso abbonamento ai colossi Sky e Espn, titolari dei diritti tv.Per i giudici di Lussemburgo, tuttavia, il sistema che vieta ai telespettatori di seguire le partite con una scheda di decodificazione in altri Stati membri è contrario alla «libera prestazione dei servizi» e alla concorrenza nell'Unione. Tanto più che, ha aggiunto la Corte, la Premier League non può reclamare alcun diritto d'autore sugli incontri calcistici, che non possono essere considerati alla stregua di «creazioni intellettuali». Conclusione: il divieto di importazione, vendita o l'utilizzo di schede di decodificazione straniere «non può essere giustificato nè con riguardo all'obiettivo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale» né a quello di «incoraggiare l'affluenza del pubblico negli stadi».CAMIGLIERI: A RISCHIO VENDITA DIRITTI ALL'ESTERO«Con la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea il rischio è che la Lega italiananon possa più vendere i diritti al'estero che riguardano le piattaforme satellitari. Dalla vendita dei diritti esteri vengono gli introiti più consistenti. Con questo provvedimento potrebbero venire a mancare 80 milioni all'anno». Tullio Camiglieri, presidente della Open Gate Italia (società che si occupa, tra l'altro della comunicazione della As Roma), commenta il provvedimento preso oggi a Bruxelles che rileva che un sistema di licenze televisive frammentato su base nazionale, come è quello attuale del calcio, è contrario al diritto della concorrenza della Ue.
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