Nello spettacolo la crisi c’è, e si vede. I dati diramati ieri dalla Siae per il 2008 sembrano piuttosto un bollettino di guerra. La spesa degli italiani (voce complessiva che comprende oltre ai biglietti e agli abbonamenti anche le consumazioni, le prenotazioni e così via) per lo spettacolo e per lo sport è stata di 3 miliardi e 661 milioni. Meno 6,89% rispetto all’anno precedente. Gli ingressi a pagamento sono calati invece del 3,18%. Un’inflessione che acquista ancora maggiore consistenza se combinata con l’offerta: il numero degli spettacoli è infatti passato a 2 milioni e 788 mila, aumentando del 6,53%. «Sono risultati che interrompono un trend positivo. È la prima volta che questo accade » ha commentato Giorgio Assumma, presidente della Società italiana autori ed editori: «In controtendenza con quello che in genere accade nei tempi di crisi dove la gente ama rifiugiarsi nello spettacolo». In parole povere, la gente ha chiuso le borse e ha scelto come e dove spendere i propri risparmi. Tagliando soprattutto sulle voci secondarie, come le consumazioni. Crolla il teatro. La spesa del pubblico, che ha superato di poco i 444 milioni di euro, è calata del 10,9%, meno 7,4% i biglietti e gli abbonamenti (222 milioni). Segnali positivi solo per i biglietti venduti e per l’offerta di spettacoli nel settore della lirica, che però è scesa del 9,65% nella spesa. Cala il cinema. Meno 6,02 la spesa (pari a 698,6 milioni di euro) e ingressi scesi del 4,6% (116 milioni). Cala anche il ballo, il settore in Italia storicamente più forte (resta ancora la voce più ricca: oltre un miliardo di euro, il doppio dello sport): meno 6% l’offerta di spettacoli e meno 4,89% la spesa del pubblico. Da leggere con attenzione i dati in crescita nel settore concerti: più 5,6% per la spesa del pubblico (oltre 289 milioni di euro), che diventa ben più 8,6% alla voce musica leggera. Se incrociati però con le recenti statistiche di Assomusica, per le quali spettatori ed eventi sono diminuiti rispettivamente del 3 e del 14,77 per cento a fronte di un aumento del biglietto medio del 19,39%, si deduce che la crescita di fatturato è pesata tutta sulle tasche di un pubblico ristretto. Aumentato anche il volume d’affari per lo sport ( comprensivo anche di pubblicità, sponsor e contributi): più 10,4%, con il calcio a farla da padrone; crescono anche gli ingressi (più 2,9% per oltre 28 milioni tra biglietti e abbonamenti), mentre è netta la flessione della spesa del pubblico, con un meno 8,3. «Il 2009 ci dà però qualche speranza» ha concluso Assumma. « Nei primi mesi di quest’anno si è registrato un incremento della spesa di pubblico del 0,82%, il teatro di prosa ha registrato un più 5,28%, la lirica più 7,91%, i concerti più 26,72%. Se dovesse continuare così nei prossimi mesi avremo un anno molto positivo».