giovedì 16 aprile 2009
Claudio Abbado tornerà a Milano
per dirigere l’orchestra della Scala: come compenso ha chiesto che 90 mila alberi vengano piantati in città.
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Avrebbe potuto chiedere un compenso da favola e certamente l’avrebbe ottenuto. Invece, per tornare a dirigere l’orchestra alla Scala di Milano, Claudio Abbado ha preteso come parcella 90 mila nuovi alberi per la città. Li avrà: anzi, la proposta del maestro, uno dei più famosi direttori d’orchestra al mondo, ha prodotto anche di più, scatenando la reazione degli intellettuali della metropoli e non solo. Qualcuno ha parlato di una richiesta «geniale», che merita di venir copiata, qualcun altro di un «virtuoso ricatto». Sta di fatto che le amministrazioni cittadine, Comune e Provincia, hanno accolto di buon grado la provocazione: «uno stimolo», l’hanno considerata il sindaco Letizia Moratti e il presidente Filippo Penati. Che a nuovo verde per Milano ci avevano già un po’ pensato: di trovare una collocazione alle fronde è stato incaricato un architetto del verde, Andreas Kipar, che ha ideato «raggi» di alberi che dal centro arrivino in periferia e la creazione di dieci boschetti che diano il benvenuto agli ingressi della città. Negli ultimi due anni sono state messe a dimora più di settemila piante, e il progetto Kipar prevede in tutto la piantumazione di 500 mila fusti. A questi si aggiungeranno quelli che già vengono chiamati «gli alberi di Abbado». Il maestro ha perfino indicato una preferenza: il pioppo cipressino. Nel corso di una passeggiata tra piazza del Duomo e via Dante, insieme al sindaco (e a un florovivaista!) lo storico direttore della Scala (lo è stato dal 1968 al 1986) ha elencato le vie cittadine in cui vorrebbe vedere più alberi: da quelle del centro, fino a quella che porta fuori città, verso Chiaravalle. E ha spiegato con queste parole il motivo, già chiaro, della sua richiesta: «Milano è la mia città. E io amo la mia città». I primi cento alberi saranno messi subito in via Dante. Gli altri in seguito, fino a novantamila, non uno di meno. Non fosse altro che per compensare i novantaseimila suv che scorrazzano con la loro mole ingombrante in città. Sarebbe bello, pensano i milanesi, che gli alberi fossero già piantati quando al Piermarini, il 4 giugno 2010, si alzerà di nuovo la bacchetta di Claudio Abbado. Lui dice (e lo ha dimostrato) «quando si vuole fare una cosa giusta, la si realizza».Il verde c'è, ma non si vede. Anche se conta 19 milioni di metri quadrati di verde, quasi 16 mq per ogni cittadino, nell’immaginario della gente Milano non è una “città verde”. Forse perché ci sono pochi parchi e giardini e gli alberi, in tutto 180 mila, scarseggiano specialmente in centro città. Le vecchie foto mostrano piccole palme in piazza Duomo che oggi non esistono più. L’idea del maestro Abbado ha fatto riflettere: «Perché non riportare la piazza al suo aspetto degli anni ’20?».
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