“Un bel risarcimento”. Così il regista spagnolo Pedro Almodóvar ha detto oggi ricevendo il Leone d’oro alla carriera, 31 anni dopo la partecipazione alla Mostra del cinema con Donne sull’orlo di una crisi di nervi, che allora non vinse nulla, e lo considera “un premio a quel film, un atto di giustizia anche politica". Come ha ricordato in una conferenza stampa al palazzo del Casino del Lido di Venezia, "il presidente della Giuria del 1988, Sergio Leone, aveva detto che il mio film meritava di vincere" ma i tempi non erano maturi per un premio a un film così alternativo”.
Intanto fuori dal Palazzo del Cinema è febbre per le grandi star: da ore sotto il sole stazionano i fans in attesa che sfilino sul red carpet Scarlett Jhoansson protagonista di “Marriage Story” di Noah Baumbach accanto ad Adam Driver, e un sempre in forma Brad Pitt, che in “Ad Astra” di James Gray è l’astronauta Roy McBride, che parte per una missione ai margini del sistema solare per ritrovare il padre disperso e per svelare un mistero che può minacciare il futuro dell’umanità.
Non passerà inosservato però neanche The Perfect Candidate di Haifaa Al-Mansour, la prima regista donna dell’Arabia Saudita, che proprio nel 2012 portò a Venezia nella sezione Orizzonti Wadjda, il suo primo lungometraggio ed il primo film a essere girato in Arabia Saudita. In questo nuovo film in Concorso, infatti, la regista racconta di Maryam, una donna saudita che, pronta per una vacanza a Dubai, viene respinta ai controlli dell’aeroporto di Riad perché il permesso rilasciato dal padre, suo tutore maschile come vuole la legge saudita, non è stato rinnovato.
La ragazza deciderà di dedicarsi alla politica per combattere norme sociali che ritiene ingiuste, come la segregazione di genere. Durante la conferenza stampa di oggi il tema della condizione femminile ha tenuto banco e la regista non ha trattenuto le lacrime quando ha auspicato che sua figlia "possa vivere in un Paese così, in cui c’è posto per i diritti delle donne".