Ha scritto 151 volumi sulla storia di Venezia, dalla Repubblica di San Marco fino ai giorni nostri. Alvise Zorzi, raffinato saggista e organizzatore culturale, era considerato il massimo conoscitore della città lagunare della quale rilanciava in ogni sua pubblicazione o iniziativa il ruolo storico e l’immagine nella cultura mondiale: e anche per questo veniva chiamato “l’ultimo doge”. Zorzi, che è stato un dirigente della Rai, se n’è andato domenica scorsa all’età di 94 anni. Era nato il 10 luglio del 1922 nel cuore della Serenissima dalla quale faceva continuamente la spola con Roma, dove abitava. «Scende il sipario su una grande figura e non si può non essere commossi», ha commentato il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ricordando che Zorzi riassumeva le diverse anime dei protagonisti della storia veneziana «ed è stato un maestro raffinato più unico che raro nel guidarci nella storia e in quella città che tanto amava». Alvise Zorzi era figlio di Elio Zorzi, giornalista, scrittore e direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia nell’immediato dopoguerra, e di Irma Gelmetti, poetessa nel movimento futurista, conosciuta con il nome di Irma Valeria. Era sposato con la scrittrice Mimì Prinetti Castelletti. Ha lavorato a lungo in Italia e in Europa nel settore della comunicazione.
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