Ora resta solo la sua Lucia. Virgilio Savona, non solo voce ma geniale mente musicale del Quartetto Cetra, è morto nella notte di mercoledì a Milano. Prima di lui se ne sono andati Tata Giacobetti, nel 1988, e Felice Chiusano, nel 1990. Ora solo Lucia Mannucci, la voce femminile dell’inimitabile complesso, sposata il 19 agosto di sessantacinque anni fa e rimasta accanto a lui fino all’ultimo istante, è la testimone della storia di un’esperienza irripetibile della musica italiana. Grandi occhiali, una massa di capelli neri in testa, Virgilio Savona era nato a Palermo il 1 gennaio del 1920. Precocissimo il suo talento musicale. Le prime lezioni a sei anni, a dieci debutta ai microfoni dell’Eiar improvvisando al pianoforte, ospite della trasmissione Il giornalino del fanciullo . E pianoforte studierà dopo il liceo, nel 1937, al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Ma la passione per le «canzonette» è troppo forte. All’inizio degli anni Quaranta i primi esempi, rivoluzionari per l’epoca. Savona vi inietta dosi massicce di swing e di una sostanza di cui non teme l’abuso: l’ironia. Nel 1941 l’incontro con Giacobetti, Chiusano ed Enrico De Angelis. Nasce il Quartetto Ritmo, presto ribattezzato in Cetra. Nel 1947 la formazione entra nella storia con l’ingresso, al posto di De Angelis, della Mannucci. Per il Quartetto Cetra Virgilio Savona scrive le musiche sui versi di Giacobetti (per citarne solo alcune, Aveva un bavero, In un palco della Scala, Un disco dei Platters , I ricordi della sera) e crea arrangiamenti formidabili, fatti di impasti vocali raffinatissimi e armonie sofisticate. Musicista colto, mette in campo tutta la sua preparazione tecnica al servizio di un genere che leggero è solo in apparenza. «Era un uomo ricco di umorismo, anche se il suo volto era quello di uno studioso, con quegli occhialoni spessi – lo ricorda l’amico Lelio Luttazzi – Per me il quartetto vocale fatto da loro è la cosa musicalmente più affascinante che esista. Meglio di così non si poteva fare». Accanto ai successi dei Cetra nei dischi, a teatro e poi in tv (una televisione, quella del Quartetto, di una qualità oggi rara), Savona avvia progetti personali nella canzone politica e d’autore (dirige la storica collana dei Dischi dello Zodiaco, fondata nel 1969 con Armando Sciascia, musica testi di autori latini come Orazio e Ovidio e li affida a Giorgio Gaber nello storico Sexus et politica del 1970) come nella ricerca musicologica (quindici volumi sul patrimonio popolare) e nella canzone per l’infanzia, da lui innalzata a dignità artistica tanto che Luciano Berio nel 1982 gli commissiona L’Opera della Filastrocche, su testi di Gianni Rodari, andata in scena l’anno successivo al Maggio Musicale Fiorentino. La fine ufficiale del Quartetto Cetra, nel 1988, non ferma perciò l’attività di Savona, premiato al Tenco nel 1994. L’ultimo disco nel 2007, Capricci . Registrato tra le mura di casa con la sua Lucia.