Sono passati 46 anni tra la foto di copertina, datata 2013, e quella sul retro del cd del 1967. Le immagini lo dicono. Claudio Abbado ha il volto già scavato dalla malattia, la lunga chioma nera di Marta Argerich ora è brizzolata. La musica, invece, è un soffio di vita. Oggi, a meno di un mese dalla scomparsa del maestro, esce per Deutsche grammophon l’ultimo disco di Abbado. Un live del marzo 2013, registrato al Festival di Lucerna: il direttore, la sua orchestra Mozart e l’amica Martha per due Concerti per pianoforte e orchestra del genio di Salisburgo, il K 503 n.25 in do maggiore, solare, allegro con echi delle Nozze di Figaro e il K466 n.20 in re minore, più meditativo, che richiama alla mente Idomeneo e Don Giovanni, ma anche il Requiem, pagina che ha la stessa tonalità di re minore. Mozart, frequentato spesso da Abbado, qui ci viene consegnato nella sua semplicità disarmante: un dialogo sulla vita, un bilancio di anni trascorsi alla ricerca del Bello e del Vero in musica. Preziosa testimonianza da conservare.Così come da collezione è un inedito che vede Abbado in veste non solo di direttore, ma anche di pianista e clavicembalista: il maestro appena trentenne suona il pianoforte nell’aria da concerto di Mozart Non temere amato bene accompagnando il soprano Gundula Janowitz, è solista al clavicembalo in tre numeri dell’Offerta musicale di Bach ed è sul podio per la Sinfonia n. 2 di Schubert e per l’Ouverture giocosa di Busoni in un cd inedito che la rivista Classic voice pubblica nel numero di febbraio, in edicola da oggi con un’ampia pagina dedicata al musicista milanese scomparso.