Per mesi Bob Geldof aveva contattato gli artisti di mezzo mondo, inventandosi qualunque stratagemma per convincerli a partecipare ad un grande concerto benefico da tenere nell’estte 1985.
Il "trucco" si svolgeva più o meno così: Geldof telefonava a Paul McCartney e gli diceva che George Harrison aveva dato la sua disponibilità a partecipare. Peccato che Harrison non ne sapesse ancora niente. Ma siccome George e Paul ai tempi non si parlavano il trucco funzionò. McCartney disse a Geldof che se c’era Harrison ci sarebbe stato anche lui. Così Bob telefonò a Harrison dicendogli: Paul ci sarà, non puoi non esserci.Di colpo in colpo, di trucco in trucco, Geldof aveva convinto un numero impressionante di star a dare la propria adesione al concerto Live Aid.
Il 13 luglio 1985 tutti fecero a gara per dare il meglio di sé. E per una volta, sullo stesso palco, si esibirono artisti con storie, carriere e visioni della musica molto diverse. Sedici ore di diretta musicale, seguite da oltre 2 miliardi e mezzo di spettatori in oltre 100 Paesi del mondo.
Raccontato oggi può forse far sorridere, ma allora chi suonava rock snobbava chi faceva pop e chi credeva nel pop non amava i gruppi filo dance.
Riviste oggi molte di quelle performance sono irrimediabilmente datate. Nei suoni come nei costumi. Ma la loro verità, il loro cuore, la loro spinta solidale resta intatta. Con una menzione speciale per Phil Collins che, dopo essersi esibito a Londra, prese al volo un concorde per volare a Filadelfia in tempo per la chiusura della maratona musicale. In Italia erano le 4 e 51. Segno tangibile che i due mondi musicali erano collegati.Quando ormai all’alba Bob Geldof ritornò a casa non sapeva ancora la portata esatta di quanto aveva fatto. Solo nei giorni successivi si seppe che Live Aid aveva raccolto 50 milioni di sterline (salite a 150 milioni nei mesi successivi). E solo dopo qualche giorno si seppe che la maratona era stata seguita da oltre 2 miliardi e mezzo di persone.
Così, quando Bob raccontò tutto tronfio a sua nonna quello che aveva fatto la sera precedente, si sentì rispondere: «Tutto qui? Ricordati che chi fa vera beneficenza non si edve montare mai la testa».
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