lunedì 26 maggio 2014
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​«Renzi, a cui invio le mie sincere congratulazioni, ha ottenuto un grande successo personale, favorito da una serie di circostanze favorevoli irripetibili. Ora vedremo come lo userà...». È una dichiarazione all’insegna del fair play, quella che Silvio Berlusconi rilascia all’indomani di una tornata elettorale fra le più amare, per lui e per il suo partito, degli ultimi vent’anni. Un garbo che ricambia la mano tesa in mattinata dal trionfatore Renzi («Le riforme vanno scritte insieme e Forza Italia resta un pezzo importante del Paese») e che lascia supporre come, nonostante la vittoria possa aver "anabolizzato" i muscoli del Pd, l’intesa sulla legge elettorale e sulle modifiche alla Costituzione possa ancora tenere: «Noi non cambiamo il nostro atteggiamento – assicura Berlusconi –. Siamo opposizione intransigente ma responsabile, siamo al tempo stesso i partner decisivi, senza i quali in Parlamento non ci sono numeri per fare riforme vere, definitive e durature per il bene del Paese».Resta però il problema dello scarno e inatteso risultato di Forza Italia alle Europee (16,8%, terzo partito ma molto distanziato da Pd e M5S) non previsto dai sondaggi, neppure da quelli più pessimisti. E la disamina dell’ex premier, affidata ad una nota, è lucida e spietata: «Forza Italia ha avuto un risultato inferiore alle mie attese, ma si conferma il perno insostituibile del centrodestra, l’asse attorno al quale ricostruire una coalizione in grado di contendere con successo alla sinistra la vittoria alle elezioni politiche». Insomma, l’ex Cavaliere si dice pronto a «ripartire», anche dopo il risultato negativo, per «l’unità delle forze moderate alternative alla sinistra».L’esito del voto tuttavia accresce i malumori nel partito, dove in molti attribuiscono il risultato all’impossibilità per Berlusconi di condurre una campagna elettorale scoppiettante, per via delle limitazioni connesse alla pena da scontare ai servizi sociali, ma anche alle conseguenze della scissione di Ncd, che ha diviso l’elettorato di centrodestra. Proprio ad Alfano e ai suoi, ora Forza Italia tende la mano: «In Lombardia abbiamo tenuto – spiega Maria Stella Gelmini – Forza Italia è il secondo partito, davanti al M5S: abbiamo fermato Grillo sulla linea del Po. Dobbiamo ripartire da Milano, dalla Lombardia, dal nord. Il Pd è una nuova balena rossa con mille componenti che Renzi non può governare a lungo. Per tutto il centrodestra c’è una grande lavoro che parte da Milano e ci riporterà alla guida del Paese». C’è pure chi, off the record, auspica che il leader 77enne passi la mano, forse in favore della figlia Marina. Il consigliere politico Giovanni Toti non ne è convinto: «Chi sognava un centrodestra deberlusconizzato si è fermato. È da Forza Italia che si può costruire la vera alternativa al governo di centrosinistra. Bisogna sedersi intorno a un tavolo e riunificare una coalizione che sotto Berlusconi è stata sempre vincente». Ma il leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano, congela le aspettative: «Potremo parlare concretamente di una rifondazione del campo dei moderati con Forza Italia, quando loro avranno capito che il mondo è cambiato. Quando succederà ci facciano uno squillo, ma per ora non mi pare...».
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