«Questa gente vede negli immigrati solo povera gente da sfruttare, numeri su cui lucrare e con cui fare i propri comodi, e questo non è solo peccato, 50mila volte più peccato, ma è anche un gesto d’inciviltà, anzi, questa è prima di tutto inciviltà». Sono molto nette le parole di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che intervistato da
Tv2000, ha così commentato gli sviluppi della vicenda di 'Mafia Capitale'. Sempre in riferimento all’inchiesta sul 'Mondo di mezzo' – che ha portato ieri a nuovi arresti per associazione mafiosa nella gestione dei centri per gli immigrati – il presule ha sottolineato la necessità di avere nei confronti dei malavitosi «massima fermezza». Questo, ha precisato, «non significa metterci contro qualcuno ma scegliere di metterci accanto a storie, persone, sogni e desideri veri, purtroppo sporcati dall’egoismo delle nazioni e da gente che, anche qui in Italia, parla solo alla pancia». I nuovi arresti dimostrano in tutta la loro «gravità» come siano stati «calpestati i diritti fondamentali delle persone più deboli», aggiunge monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei. Anche Perego si appella alla magistratura chiedendo che si faccia piena luce sulle responsabilità. «Ci auguriamo che il percorso giudiziario metta in luce le responsabilità di un business nato sulla pelle della povera gente», afferma il presule. Il direttore di Migrantes insiste sulla necessità di rivedere i meccanismi per i richiedenti asilo. «Il punto – sottolinea – è che non si può scegliere se dare o non dare dignità a un richiedente asilo. Occorre, dunque, riflettere su come utilizzare al meglio le risorse europee per tutelare al meglio chi più ne ha bisogno». I nuovi risultati dell’inchiesta indicano come nel mirino ci sia proprio il business dei migranti. «Mafia Capitale – osserva monsignor Perego – è il segnale chiaro di come i diritti siano diventati strumento per fare affari. Nessuno sembra ricordarsi che è proprio dal modo in cui trattiamo i più deboli, come ci ricorda sempre anche il Papa, che si vede in che modo stia crescendo il Paese». Anche 'Mafia Capitale', insomma, «è figlia della cultura dello scarto sulla quale ci richiama ogni volta il Papa».