Alle 19:30, ovvero pochi minuti dopo la sospensione della seduta sul ddl relativo alle unioni civili, Nunzia Catalfo rientra nel suo ufficio. Con un filo di voce («Ho l’influenza e sono sotto antibiotico») l’attuale capogruppo del M5S al Senato risponde al telefono e inizia a spiegare le ragioni che hanno portato al no al 'supercanguro': «È un utilizzo improprio e ingiusto, di cui si è ampiamente abusato anche per le riforme costituzionali. Ed è stata una vergogna. Per cui la nostra mi sembra una scelta logica, lineare, direi anche scontata».
Come replica al Pd, che vi accusa di aver messo a serio rischio il varo del provvedimento? Il Partito democratico deve assumersi le sue responsabilità. Il nostro compito non è certo quello di dare il sostegno al Pd, semmai lo diamo alla legge sulle unioni civili nel rispetto di determinati princìpi. Se il partito di Renzi ha problemi al suo interno, come mi sembra evidente, deve risolverseli da solo. Non può certo contare sull’aiuto del M5S.
La vostra mossa, tuttavia, non sembra quella di un partito che vuole questa legge a tutti i costi... Noi siamo d’accordo sul contenuto del ddl Cirinnà, tanto che non abbiamo presentato neanche una proposta di modifica, al contrario del Pd. Abbiamo lasciato libertà di coscienza sulla
stepchild adoption, dove dal M5S al Senato mancheranno al massimo tre voti. Il discorso è un altro. Su qualunque tema, ma soprattutto su un argomento così discusso nel Paese, è indispensabile consentire un dibattito chiaro e serio in Aula.
Circola insistentemente la voce di un Pd pronto a far scattare un’azione persuasiva per conquistare almeno una decina di sì all’emendamento Marcucci dentro il M5S. È un’operazione che può avere successo? È impensabile. Il nostro no è categorico. Il gruppo al Senato è granitico. Se ci sarà un 'mercato delle vacche' lo denunceremo all’istante. Ma voglio dirlo chiaramente: i nostri voti non sono in vendita.
Il vostro atteggiamento dimostra che il rispetto del dibattito parlamentare ha la priorità sul sì alle unioni civili? Il Paese merita che questa proposta venga approvata alla luce del sole, dopo un esame serio. Senza trucchi, strumentalizzazioni e canguri. Soprattutto dopo il ritiro da parte della Lega Nord di 4.500 emendamenti su 5.000 totali, non c’è motivo di lasciare in campo l’emendamento Marcucci. Il nostro comportamento è trasparente. Un’ulteriore conferma è data dal fatto che vogliamo il voto palese.
Il voto segreto possono sempre richiederlo altri... Non sarebbe colpa nostra. Ognuno si assuma la responsabilità delle sue decisioni. Poi bisognerà vedere se Grasso concederà o meno il voto segreto, visto che non mi pare sia stato di manica larga sulle riforme.