mercoledì 14 ottobre 2015
​Il senatore di Ap lamenta la mutilazione del dibattito in commissione.
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«È una forzatura senza precedenti, che va contro sia all’articolo 72 della Costituzione sia all’articolo 44 del regolamento di Palazzo Madama». Il senatore Nino D’Ascola, responsabile giustizia di Area Popolare, è furibondo dopo che la maggioranza della capigruppo ha stabilito l’arrivo nell’aula del ddl sulle unioni civili già oggi. «È avvenuta una mutilazione del dibattito in commissione, quando l’analisi del nuovo testo era ferma all’articolo 1». Come si spiega tutta questa fretta? Sarà dovuta a esigenze interne al Pd, perché a pochi giorni dalla presentazione della legge di Stabilità non c’era certo l’urgenza di arrivare in aula con le unioni civili. Vi accusano di dire solo «no». Nulla di più sbagliato, noi vorremmo che fossero riconosciuti diritti affettivi e patrimoniali a cominciare dall’eredità. Ma con questo testo c’è perfetta equiparazione tra unione omosessuale e matrimonio tra uomo e donna. E ciò è francamente inammissibile. Si riferisce al fatto che in questo modo si apra anche alle adozioni? Con la formulazione attuale del testo sarebbe inevitabile, ecco perché siamo e resteremo irremovibili sul punto. Il nostro no alle adozioni di coppie omosessuali non si discute. Perché chiedete di introdurre nel testo il reato universale di 'surrogazione di maternità' e 'commercializzazione di gameti'? Si tratta di pratiche vietate in Italia, ma non perseguibili se compiute all’estero in uno Stato dove non sono reato. Abbiamo presentato emendamenti per rafforzare i principi della legge 40. Non solo, abbiamo presentato anche una proposta per garantire il diritto alla conoscenza delle proprie origini e la tracciabilità a scopi medici, per i nati da maternità surrogata. Il diritto all’anonimato va eroso. Ci sono ancora margini affinché Renzi e Alfano trovino un accordo? In politica mai dire mai, ma siamo davvero lontanissimi. E la prova di forza dell’aula non è stato certo un segnale che favorisce un’eventuale intesa.  © RIPRODUZIONE RISERVATA
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