venerdì 5 giugno 2015
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È un peccato che venga tradita così la visione straordinaria di don di Liegro...». C’è amarezza nelle parole di Pietro Pietro Barbieri, Portavoce del Forum del Terzo Settore e presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish). La nuova puntata dell’inchiesta 'Mafia Capitale' interroga tutti, e l’associazionismo di base impegnato nell’assistenza ai disagiati e agli immigrati ha la sua parte di autocritica da fare. Accanto alla politica, alla pubblica amministrazione. «E anche la Chiesa deve interrogarsi, come ci chiede Papa Francesco». Ha letto i resoconti di questo nuovo filone di inchiesta? Li ho letti eccome. Purtroppo. Qual è la riflessione da fare? Sappiamo che in questo Paese vi sono enormi problemi che interrogano i rapporti fra società civile e pubblica amministrazione, le ecomafie, la corruzione nella gestione dei grandi appalti. Ma questo non ci deve portare a sottovalutare questa nuova ferita che si apre e ci induce a lavare i nostri panni sporchi. Qui non si parla di cooperative fasulle, sono cooperative pienamente operative, che hanno smarrito lo spirito iniziale. Il bellissimo spirito iniziale. Si pensi all’intuizione che sta dietro alla cooperativa 29 giugno di Buzzi nata per dare un’occasione ad ex detenuti, per capire quanta amarezza suscita lo smarrimento di questo senso di impegno civico per un fine speculativo. Cosa c’è che non funziona? Se intuizioni così splendide sono state smarrite, se lo spirito di solidarietà è stato soppiantato da comportamenti associati a un’idea di mafiosità vuol dire che c’è stata una contaminazione, una politica che ha strizzato l’occhio a questo mondo. Ma «la sventurata rispose», si potrebbe dire col Manzoni... È innegabile: una parte del mondo associativo impegnato nella solidarietà agli ultimi si è fatto tentare fino a divenire parte di un sistema malato. Una perdita di senso denunciata da Papa Francesco, che ci invita a porre rimedio a brutture che possono attraversare, e a volte attraversano, anche associazioni del mondo cattolico. Anche la Chiesa non deve sfuggire a questa riflessione autocritica che il Papa chiede. Senza sottovalutare il ruolo della Pubblica amministrazione. Si sono alternate tre giunte di segno diverso e il fenomeno si è solo ampliato. Sì, appunto. Anche l’annuncio in campagna elettorale di Marino, totalmente estraneo ai fatti, di voler dare in beneficenza il primo stipendio proprio alla cooperativa 29 giugno. è indice di una politica che spesso si è mostrata non consapevole degli intrecci creatisi a livello di burocrazia. Anche se va detto che Marino in quel momento non si era ancora nemmeno insediato. Ma il vero problema è in una società che sembra aver smarrito il senso del 'noi', il senso della fraternità, per inseguire uno sfrenato individualismo. Nessuno vuole gli immigrati vicino casa sua, insomma, e il lavoro sporco viene affidato a specialisti del 'business' di settore. Già, ma come se ne esce? La strada per venir fuori da questa situazione che chiama in causa tutti – politica, pubblica amministrazione, associazionismo – non può che coinvolgere tutte le componenti che hanno deviato dal loro compito istituzionale. Una co-progettazione in cui siano coinvolti tutti senza più deleghe in bianco e con un più attento lavoro di accreditamento che sopperisca al criterio dell’appalto che in questi settori non sempre si rivela trasparente ed adeguato. E per quanto riguarda voi, Terzo settore? Per metterci al riparo da simili fenomeni occorre un lavoro di formazione e controllo che rafforzi quegli anticorpi che finora sono mancati.
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