Madrid è a caccia di un Mario Monti spagnolo. Con l’ipotesi salvataggio ormai sempre più insistente, i grandi nomi dell’economia iberica riflettono sui vantaggi di un personaggio più tecnico o più vicino agli ambienti europei rispetto a Mariano Rajoy. Lo scrive il
Confidencial Digital, ma lo sussurrano in molti. Il sito online – di solito bene informato – rivela che esistono già alcuni nomi in circolazione: da Joaquin Almunia (ex deputato socialista, dal 2004 Commissario Ue) a José Manuel González Páramo (ex consigliere della Banca centrale europea). «Il profilo del possibile "salvatore" sarebbe quello di un personaggio di massimo livello con grande conoscenza delle aziende, dell’economia, delle banche e dello scenario internazionale», sostiene il <+corsivo>Confidencial<+tondo>, e «soprattutto che sia credibile di fronte alle autorità europee, che sarebbero quelle che dovrebbero dare il placet». I candidati presi in considerazione nell’ambito imprenditoriale sarebbero invece Ignacio Sánchez Galán (presidente di Iberdrola), Pablos Isla (amministratore delegato del gruppo Inditex, ovvero Zara) e Manuel Pizarro (ex numero uno di Endesa, ora controllata da Enel): è molto difficile, però, che questi manager siano interessati ad abbandonare il loro lavoro per entrare in politica. Qualcuno parla anche dell’ipotetico ritorno "patriottico" di ex presidenti come Felipe Gonzalez o José Maria Aznar, ma è una possibilità molto remota.Il nome più gettonato, invece, è quello di Almunia, politico spagnolo di spicco nell’Ue, mentre fra i tecnici veri e propri c’è chi punterebbe su González Páramo o José Manuel Campa (ex sottosegretario all’Economia durante il governo di Zapatero, con esperienza nel Fondo Monetario Internazionale). Un altro possibile scenario è che il premier Rajoy resti alla guida della Spagna, ma è possibile che a partire dal prossimo autunno l’Europa suggerisca qualche cambiamento all’interno del governo: il binomio di Cristobal Montoro (ministro delle Finanze) e Luis de Guindos (Economia) potrebbe essere sostituito da una sola voce; non si esclude che sia quella dell’attuale responsabile dell’Industria, José Manuel Soria. Fra un’ipotesi e l’altra, una cosa è certa: agli spagnoli la politica austera di Rajoy non piace. Ieri è stato pubblicato l’ultimo sondaggio del Cis (l’Istat spagnolo) sull’intenzione di voto. Il Partito Popolare continua a perdere consensi: dallo scorso aprile ha visto sfumare quattro punti (passando dal 40,6% al 36,6%), pur mantenendo la maggioranza; a novembre Rajoy vinse le elezioni con il 44,6% dei voti. I socialisti restano fermi al 29,9% delle preferenze. Ma il dato più significativo è un altro: quasi il 90% degli intervistati pensa che la situazione economica sia «cattiva o pessima», mentre gli ottimisti si riducono allo 0,6%. Si moltiplicano intanto le indiscrezioni sulla data del
rescate: sarà in autunno? Bruxelles ha apprezzato ieri gli ultimi tagli austeri di Rajoy (mostrano la «determinazione» di Madrid «nel rispettare gli impegni»), ma il piano di aiuti appare ormai sempre più inevitabile. E proprio ieri il presidente americano Barack Obama ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro spagnolo per discutere della crisi della zona euro.