(Foto Twitter)I punti controversi dell'accordo tra Ue e TurchiaL'applicazione pratica dell'accordo tra Ue e Turchia non è ancora chiara: uno dei punti oscuri riguarda il futuro dei migranti che in questo momento sono bloccati a Idomeni.
Dove sono in corso anche proteste e blocchi di alcune delle principali strade di scorrimento da parte dei profughi.
Restano dubbi anche sulla quota di 72mila siriani che verrebbero accolti nel cosiddetto scambio «uno per uno» dall'Unione Europea. Si tratta di un numero basso rispetto a quelli ai flussi migratori degli ultimi mesi. Oltre al fatto che moltissime organizzazioni internazionali hanno sottolineato come questi trasferimenti assomiglino a respingimenti in quanto rappresentano una violazione del diritto europeo alla protezione internazionale e della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati. «Credo che la soluzione che l'Europa ha trovato sui migranti con l'accordo con la Turchia difficilmente funzionerà sul piano pratico e ha già creato una macchia sulla reputazione dell'Unione europea come Continente dei diritti umani» ha aggiunto la presidente della Camera Laura Boldrini, intervenendo a Isoradio.Qualche decina di attivisti a Chios ha protestato scandendo la parola"libertà", sotto striscioni dove si leggeva "fermate l'accordosporco", "stop deportazioni" "svegliati Europa".
(Foto Twitter)L'appello del Centro Astalli per i visti umanitari«Assistiamo al primo atto di una messa in scena gravissima ai danni dei migranti. Il traffico di esseri umani non si combatte colpendo le vittime - ha commentato padre Camillo Ripamonti, direttore del Centro Astalli -. Si tratta di violazioni inaccettabili ai danni di persone che vengono respinte perchè colpevoli di aver tentato di giungere in Europa». Secondo Ripamonti, anzichè respingimenti di massa, servirebbe l'apertura di canali umanitari. «L'Unione Europea continua a non rispondere alla domanda principale: come è possibile oggi arrivare a chiedere asilo in Europa senza affidarsi ai trafficanti? - aggiunge -. Al momento non ci sono alternative legali. Ci pare ampiamente dimostrato che innalzare muri non basta e soprattutto non serve. Oggi si calpestano 60 anni di lavoro sui diritti umani». Il Centro Astalli chiede ancora una volta l'attivazione immediata di visti umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e ribadisce l'urgenza di creare vie alternative al traffico di esseri umani nel rispetto dei diritti dei migranti: «Rimane fondamentale che la gestione dei rifugiati sia fatta al livello europeo in maniera unitaria e organizzata, mettendo da parte egoismi e interessi nazionali».