Il bombardamento ha mandato su tutte le furie il numero uno dell'Unrwa, Pierre Krahenbuhl, che ha tuonato contro Israele. "Condanno nei termini più decisi possibile questa grave violazione del diritto internazionale da parte delle forze israeliane", ha affermato l'alto funzionario svizzero, ricordando come l'ubicazione precisa della struttura fosse stata comunicata a Tsahal in ben diciassette occasioni. "Questa è la sesta volta in cui è stata colpita una delle nostre scuole", ha rincarato la dose Krahenbuhl. La stessa Unrwa d'altra parte ha riconosciuto che in un'altra delle proprie scuole a Gaza è stato localizzato un deposito clandestino di razzi, e ha denunciato la violazione della propria "neutralità", e della "inviolabilità" degli edifici Onu, ma soprattutto il fatto che "civili siano stati messi in pericolo": alla "condanna dei responsabili" non sono peraltro seguite accuse ad alcuna fazione in particolare. Si segnala inoltre l'uccisione di una bambina disabile di 11 anni, in un attacco su Gaza città, e l'annientamento di due famiglie, di 9 e 7 persone, nel corso di una serie di martellamenti di artiglieria contro Khan Younis, al sud.La Presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese frattanto ha smentito l'invio al Cairo di una propria delegazione, comprendente anche esponenti di Hamas e della Jihad Islamica, per ascoltare le nuove proposte dei mediatori egiziani. Martedì sembrava cosa fatta, ma a 24 ore di distanza l'Anp ha rilanciato la palla nel campo d'Israele cui, ha sottolineato, tocca fare la prima mossa in direzione di una vera cessazione delle ostilità. Il capogruppo degli europarlamentari socialisti e democratici, Gianni Pittella, insiste: "Serve una forza di interposizione europea tra Istraele e Hamas sotto l'egida Onu. Ashton agisca".
Martedì, in un'informativa alla Camera, il ministro degli Esteri,
Federica Mogherini, aveva ribadito che "l'imperativo è
fermare il conflitto", anche se temporaneamente, e ha avvertito
che la situazione complessiva della regione, "la nostra
regione", è drammatica e può "letteralmente far esplodere
tutta la regione".
Papa Francesco continua a seguire con preoccupazione la situazione. La Segreteria di Stato vaticano ha inviato alle
ambasciate accreditate presso la Santa Sede una "nota verbale"
per richiamare i recenti appelli sul Medio Oriente rivolti dal
Papa dopo gli ultimi Angelus. In merito, l'arcivescovo Dominique Mamberti, responsabile della sezione per i rapporti
con gli Stati, ha sottolineato alla Radio Vaticana che "ovviamente la Segreteria di Stato segue la situazione delle comunità cristiane in Medio Oriente con grandissima preoccupazione".