lunedì 20 aprile 2015
​Il segretario generale Ban Ki-Moon: alto impatto su Italia, solidarietà. Dall'inziio dell'anno 1600 morti.
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​"Siamo molto preoccupati. Ci sono qualche centinaio di migliaia di persone, e il dato è ottimistico, che sarebbero pronte a partire sulle spiagge del Nord Africa". Lo ha detto Carlotta  Sami, dell'Unhcr, parlando ai giornalisti nel porto di Catania. "Alcuni di questi - ha aggiunto - cercheranno di arrivare in Europa ed è meglio quindi mettere in piedi subito una strategia per affrontare tutto questo. In Europa 28 Stati membri possono gestire l'accoglienza di alcune centinaia di migliaia di persone". Se il conto delle vittime di sabato venisse confermato, sarebbero circa 1.600 i morti dall'inizio dell'anno. Il bilancio lo ha Vincent Cochetel, direttore eruopeo dell'Anco commissariato Onu per i rifugiati (Unchr). Nel 2014 "almeno 219mila persone hanno attraversato il Mediterraneo e ben 3.500 vite sono state perse". A suo avviso, "non c'è alcuna ragione per sperare che in Italia e in Grecia arriveranno meno persone rispetto al 2014. Ciò che è sbagliato è che non vengano registrate la maggior parte delle persone sbarcate, non vengano prese le loro impronte digitali e che vegano invece lasciate tranquillamente partire verso Paesi Ue come Svezia e Germania". Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha riconosciuto il "pesante impatto" sull'Italia per l'arrivo di tanti migranti ed è grato al governo italiano per tutti i suoi sforzi. Ban ha fatto appello alla comunità internazionale perché dimostri solidarità e divida il peso di questa crisi. Ban osserva che il Mediterraneo è diventata "la rotta più letale del mondo" per migranti e per chi cerca asilo. "La risposta della comunità internazionale deve essere globale e collettiva". "L'ennesimo incidente" ci ricorda urgentemente della necessità di di una presenza "robusta" di ricerca e soccorso nel Mediterraneo ha detto Ban che ha incoraggiato gli stati europei e la Ue ad "accelerare gli sforzi per affrontare in modo globale le difficoltà di chi cerca rifugio entro i loro confini".
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