Come scrive Il Resto del Carlino, i fatti risalgono a qualche tempo fa, in una discoteca della zona. La giovane è nel locale insieme alle amiche e, nonostante abbia 17 anni, ingurgita troppo alcol, al punto di non capire quasi più niente. Da una ricostruzione fatta dagli investigatori dei carabinieri, a quel punto un giovane albanese l'avrebbe trascinata in uno dei bagni del locale, chiudendo a chiave la porta. Le amiche della giovane li seguono, perché proprio mentre si consuma la violenza si arrampicano nella toilette a fianco e riprendono la scena con il cellulare. Un video in cui non si vede la vittima in volto, ma che testimonia come la 17enne fosse completamente inerme. In sottofondo si sentono le risate di chi sta filmando.
La 17enne si ritrova il filmato il giorno dopo su WhatsApp. Non sa a quante persone sia stato mandato (gli inquirenti sembrano essere riusciti a bloccare tutto), è disperata e alla fine si rivolge a sua madre, la quale corre dai carabinieri. La denuncia arriva subito sul tavolo del magistrato che apre un fascicolo per violenza sessuale. La 17enne viene sentita subito, ma di quel momento terrificante lei ricorda poco e niente. L'inchiesta prosegue: gli investigatori stanno ancora finendo di sentire altre minorenni. Forse quelle che ridevano mentre la loro amica subiva violenza. Annebbiate dall'alcol, forse, e private di quella umanità che porta d'istinto a soccorrere chi è in difficoltà. Il dibattito è aperto: colpa degli smartphone, che trasformano la realtà in scatti o video? O colpa di una generale anestesia dei sentimenti che colpisce in maniea uguae giovani e adulti, come insegna il parallelo caso di Napoli (la 31enne suicida dopo mesi di scherni sul web a causa di alcuni video intimi diffusi a sua insaputa).
«I giovani meritano molta più attenzione e rispetto da parte di adulti e istituzioni. Non si può piangere e scandalizzarci di fronte a un'assurdità totale come questa che intristisce tutti e poi il giorno dopo continuare come prima: parlo della società e della cultura che stiamo passando alle nuove generazioni». Lo ha affermato il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco in un'intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, commentando la violenza subita dalla ragazza 17enne in una discoteca di Rimini. Una cultura, ha aggiunto il cardinale Bagnasco, che «ha deriso i valori di base illudendo i nostri ragazzi che la vita è un frutto da spremere, dove il più forte vince e il più ricco vince. O si corregge questa cultura che aggredisce le nuove generazioni o si assisterà a episodi veramente terribili come questo».