Nell’intricata e furibonda battaglia politica di questi giorni – che più che una partita a scacchi sembra un match di tennis, con la palla continuamente rinviata nel campo avversario – si segnalano delle strane coppie dai destini incrociati. Non c’è alcun dubbio che quello che accadrà da mercoledì (il giorno della fiducia) in poi avrà un impatto decisivo nel condizionare la fine della legislatura e, con essa, l’assetto politico del futuro. Da questo punto di vista esistono due sbocchi possibili, che fanno capo a due strategie diverse. Il primo sbocco è quello del voto ravvicinato, a febbraio (improbabile pensare che Napolitano consenta le elezioni prima della fine dell’anno). L’altro è quello che vedrebbe il governo andare avanti come minimo un altro anno, per concludere almeno il semestre italiano di presidenza europea. Per il secondo scenario tifa, come è ovvio, il premier Enrico Letta. Convinto di riuscire ad agganciare anche l’inizio della ripresa economica. Ma Letta trova su questa prospettiva alleato, nel campo avversario, Angelino Alfano e con lui tutte le colombe del Pdl. Uno strappo con Berlusconi, per loro, avrebbe senso solo se ci fosse il tempo di costruire (insieme a Scelta Civica, all’Udc, a parti del Pd) un nuovo polo moderato, che erediti buona parte dell’elettorato di Berlusconi. La prospettiva di elezioni a breve, infatti, li troverebbe impreparati di fronte alla macchina da guerra elettorale che sarà messa in piedi con i larghi mezzi (economici e mediatici) di cui il Cavaliere dispone. Per contro, i "falchi" temono come la peste la prosecuzione della legislatura oltre l’inizio del 2014. Intanto perché più tempo passa e più la "fotografia" clamorosa di Berlusconi sottoposto a misure detentive, si scolora, perdendo il suo effetto dirompente sull’elettorato di centrodestra. E poi perché se davvero i conti migliorano, l’occupazione riprende e le tasse calano (anche solo per via dello spread) Letta e le colombe del Pdl avranno vinto la battaglia e la Forza Italia dei falchi sarà un’operazione da archiviare insieme al suo fondatore.La strada del voto al più presto, per quegli strani paradossi della politica, incrocia anche i destini di Matteo Renzi. Il quale non vede l’ora di incrociare le armi con Berlusconi, per tentare di batterlo nelle urne. Se Letta cresce e il Cavaliere cala, però, le ambizioni del sindaco di Firenze dovranno attendere tempi migliori. Al fondo ci sono anche due modelli di Italia: quello neocentrista di Alfano e Letta, che non esclude anche un giro di alleanza reciproca, tagliando le ali estreme, Sel e la nuova Forza Italia ; e quello rigidamente bipolare di Berlusconi e di Renzi, che da uno scontro muscolare hanno solo da guadagnare.