lunedì 3 ottobre 2011
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Per i corridoi e tra i funzionari del Ministero dell’Istruzione deve proprio girare uno strano virus. Qualche giorno fa si sono inventati un tunnel di 750 chilometri tra Ginevra e il Gran Sasso. Una trovata così originale da scatenare l’ilarità di tutto il web e l’attonita amarezza del ministro coinvolto. Visto il "successo", qualcuno ha tentato subito il bis, inserendo le province di Trento e Bolzano nel decreto che avrebbe dovuto provvedere alla ripartizione dei fondi per la scuola paritaria. Un grave errore tecnico perché le province autonome - come gli addetti ai lavori sanno o dovrebbero sapere - non devono figurare in quel provvedimento. Così il decreto è stato bloccato e dovrà essere riscritto daccapo. Se tutto va bene gli istituti paritari riceveranno quei magri eppure essenziali finanziamenti fra altri tre o quattro mesi. Nonostante una legge che dal 2000 assicura la piena parità scolastica, nonostante i fondi per le paritarie siano rimasti congelati (e solo grazie a continui tira-e-molla) in questi dieci anni su livelli mortificanti, nonostante il dimezzamento già incredibilmente previsto per il prossimo anno, si è trovato un modo fantasioso per dilazionare ancora l’arrivo di quei soldi che allo Stato garantiscono risparmi annui per circa 6 miliardi di euro (tanto vale l’istruzione pubblica a cui provvedono le paritarie). Guarda caso, lo scorso anno fu commesso lo stesso, identico "errore". Più che una commedia, un desolante dejà vu. Nelle scuole paritarie, ormai con l’acqua alla gola, nessuno ha più voglia di ridere.
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