Gentile direttore,mi permetta di rispondere in modo pubblico eppure quasi confidenziale al caro don Maurizio Patriciello, che ben conosce la mia stima e il mio affetto per ciò che da anni fa e rappresenta per il nostro territorio, assieme a tanti altri piccoli grandi eroi quotidiani della nostra Campania. Sono d’accordo: il Consiglio dei ministri deve tenersi lì, nella zona che organizzazioni camorristiche, imprenditori e politici senza scrupoli hanno devastato azzerando le speranze di un territorio al quale noi abbiamo il dovere di offrire fiducia, speranza, atti concreti...Non mi sottrarrò. È mio dovere, ma non solo: è diritto di questa generazione e delle generazioni che verranno far prevalere la legge e l’onestà. Lei, caro don Maurizio, sa benissimo che il mio primo istinto era stato quello di partecipare da cittadina alla grande marcia di Napoli in difesa della legalità. Ma credo che un ministro non debba andare nei cortei, bensì dimostrare con i fatti ciò che sa e vuole fare.Ho chiesto al presidente Letta di organizzare la riunione del governo nella “Terra dei fuochi”. So quanto sia attento a questo tema. L’ho trovato molto sensibile. Non è solo un fatto simbolico, anche se spesso i simboli contano e non poco in questo genere di guerre in difesa della pulizia e della legalità. In questa filosofia s’inserisce la mia richiesta d’intervento dell’esercito. Nessuno vuole militarizzare la Campania. Ma schierare i soldati avrebbe un duplice vantaggio: mostrare visibilmente a tutti che lo Stato c’è e, in secondo luogo, i soldati con la supervisione del Viminale e della procura svolgerebbero una preziosa funzione di vigilanza dei terreni, liberando così la Forestale, i Carabinieri, la Polizia e la Finanza per la verifica dei reati, il controllo del territorio, l’accertamento delle complicità.Per distruggere le organizzazioni camorristiche e mafiose c’è un solo modo: colpirle duramente nei loro patrimoni. E penso che abbia perfettamente ragione il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti quando dice che le pene per i reati connessi allo smaltimento illegale di rifiuti sono troppo lievi. Il governo, i partiti e la società civile hanno il dovere di offrire il pieno sostegno alla procura nazionale e a quelle distrettuali. Chi vuole battersi per la legalità non può oggi che schierarsi da una sola parte: contro la mafia e la camorra.Penso sia di straordinaria importanza la nuova normativa approvata dalla Regione Campania per porre un freno alle infiltrazioni camorristiche degli appalti. La perimetrazione è a buon punto e scatterà a breve l’interdizione alla coltivazione ai fini alimentari ove necessario. Occorre prestare però la massima attenzione: lo straordinario sforzo repressivo non deve intaccare la fiducia nell’eccellenza dei prodotti agroalimentari della Campania, che oggi sono i più controllati d’Italia. C’è un settore strategico che produce cinque miliardi l’anno di fatturato che non può e non deve essere oggetto di strumentalizzazioni criminali e speculazioni nelle quali, la stessa camorra, può trovare terreno fertile. E non mi riferisco di certo alle inchieste giornalistiche che, anzi, ci offrono lo stimolo giusto per poter insistere col nostro lavoro quotidiano, bensì a manovre spesso oscure di natura commerciale che danneggiano e non poco i produttori onesti della Campania che hanno il diritto di essere difesi. E gli onesti, tutti gli onesti di qualsiasi fede politica, devono riunirsi sotto la stessa bandiera: quella della legalità.In questi mesi non siamo rimasti con le mani in mano, ma abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo fare subito. Abbiamo aumentato i controlli sui prodotti e sui terreni della "Terra dei fuochi" attraverso l’attività del Corpo forestale dello Stato e quella dell’Ispettorato anti frodi del ministero (Icqrf). Abbiamo sequestrato nuove discariche abusive, abbiamo triplicato i controlli sui prodotti agricoli rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, abbiamo incontrato la grande distribuzione organizzata per evitare che qualcuno speculi su questa tragedia e per garantire qualità e tracciabilità ai nostri consumatori. Con il Ministero dell’Ambiente stiamo approntando un decreto che ha l’obiettivo di distinguere definitivamente i terreni che hanno subito danni da quelli che invece non sono stati devastati dall’azione criminale dei clan. Questo sarà possibile anche grazie a tecnologie e a banche dati di cui lo Stato è già in possesso. Caro direttore, caro don Maurizio, non so dire se lo approveremo a Caivano o a Roma, ma certo lo faremo.