martedì 29 ottobre 2024
Gabriella, Maria Vittoria, Stefano hanno apprezzato temi e relatori dell'assise di Ascoli. Ma anche l'essere coinvolti in una esperienza che interpella sia la vita professionale, sia la fede
La locandina del congresso dell'Amci ad Ascoli Piceno

La locandina del congresso dell'Amci ad Ascoli Piceno

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«Mi è piaciuto condividere con i colleghi medici non solo la parte scientifica, ma anche l’aspetto umano della professione, perché credo che faccia la differenza». Gabriella Pacilli, è uno dei volti giovani che erano presenti al XXVIII congresso dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci) ad Ascoli Piceno, che ha eletto alla presidenza nazionale Stefano Ojetti.

Da sinistra Gabriella Pacilli, Stefano Cascavilla, Maria Vittoria Paglia

Da sinistra Gabriella Pacilli, Stefano Cascavilla, Maria Vittoria Paglia - Amci

È stata invitata a partecipare dal presidente della sezione Amci di San Giovanni Rotondo (Foggia), Giuseppe Di Stolfo: «Ci siamo conosciuti perché condividiamo il cammino francescano e lavoriamo a Casa Sollievo della Sofferenza». Pacilli, 35 anni, laureata in Medicina e chirurgia a Siena, si è poi specializzata in Medicina interna all’Università di Foggia: «Dal gennaio 2023 sono a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, a finire la specializzazione. Poi ho iniziato con un contratto di collaborazione in Medicina interna e attualmente sto lavorando come dirigente medico in Pronto soccorso». Del congresso ha apprezzato i relatori («sia laici, sia religiosi») e ha maturato l’idea di iscriversi all’Amci: «È un’opportunità per fare gruppo, ma anche per crescere da tutti i punti di vista: professionale, umano, spirituale».

«È stato molto positivo – aggiunge Maria Vittoria Paglia, medico di medicina generale – sapere che ci sono altri colleghi medici che condividono il nostro modo di affrontare la professione con uno sguardo di fede». Paglia, 30 anni, si è iscritta all’Amci nel giugno scorso: «Ero alla prima "uscita" con l’associazione: mi è stato proposto dall’ex presidente dell’Amci di Reggio Emilia, Antonio Rossi, di partecipare al congresso».

L’esperienza è stata positiva: «Mi sono sentita coinvolta come giovane collega. Ho avuto l’occasione di conoscere cosa sia Amci e soprattutto di trovarmi tra colleghi medici, ma allo stesso tempo cattolici, con cui condividere anche l’etica, un fatto per nulla scontato. Farò in modo di far conoscere ad altri giovani medici che esiste la realtà dell’Amci».

Paglia, 30 anni, si laureata all’università di Parma, poi si è specializzata in Medicina generale: «Dura tre anni, e dal 2022 ho iniziato a lavorare come titolare medico di medicina generale. Sono a Guastalla (Reggio Emilia) in una medicina di gruppo, con dieci colleghi».

Del suo lavoro apprezza il fatto di essere «molto a contatto con le persone, che ti prendono come punto di riferimento per la famiglia». Del congresso di Ascoli ha gradito anche gli argomenti: «Non si trattava di una singola malattia, o di terapie, ma molto di etica del lavoro. Ero accompagnata da mio marito, che è ingegnere: anche lui ha potuto apprezzare le relazioni sull’intelligenza artificiale, un tema che interroga ogni cattolico».

Ancora da San Giovanni Rotondo veniva Stefano Cascavilla: « Conoscevo già l’Amci perché mio padre, medico, ne ha fatto parte. Recentemente sono venuto a conoscenza degli incontri che si fanno a San Giovanni Rotondo, e il presidente Di Stolfo, di cui sono amico, mi ha invitato al congresso di Ascoli». Gli è parsa « l’occasione giusta per conoscere meglio questa realtà, che mi incuriosisce perché sono medico e sono cattolico».
«Mi sono laureato all’università di Foggia nel 2023 – racconta Cascavilla, 27 anni –, e nel luglio scorso ho fatto il test per la specializzazione. Sono entrato in Medicina interna a Foggia, e faccio riferimento al reparto del Policlinico ospedaliero-universitario Riuniti, ma il docente ci dà l’opportunità di svolgere un periodo di formazione in altri ospedali nei dintorni. Tra quelli convenzionati c’è Casa Sollievo della Sofferenza, e quindi sto facendo qui l’anno di rete formativa».
Per il futuro non esclude di iscriversi all’Amci: «Al congresso ho trovato interessante il confronto con colleghi che fanno lo stesso percorso professionale anche su temi di fede. Ho anche gradito gli argomenti trattati, a cui noi medici dobbiamo essere sensibili e informati, dai diritti umani al cyberbullismo. E anche in ambito medico, dalla genetica all’intelligenza artificiale, strumento inevitabile nel futuro e che noi medici dovremo imparare a utilizzare nel migliore dei modi. Così come ho apprezzato la qualità dei relatori».
Grazie anche ai suoi giovani, l’Amci può guardare al futuro con fiducia.


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