Dopo la sentenza della Consulta sulla legge 40 – che fa cadere il divieto di fecondazione eterologa – e la decisione del tribunale di Grosseto che ha imposto al Comune la registrazione del matrimonio tra due uomini (contratto all’estero), «come Pastore di questa comunità ecclesiale – scrive il vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni – condivido con voi l’impegno che ci è affidato: continuare ad annunciare il vangelo della bellezza delle nozze tra un uomo e una donna come strada alla realizzazione della piena felicità che nasce e si completa nella complementarietà tra i sessi».Cittadini di una comunità civile, «ci meraviglia il fatto – prosegue il vescovo – che invece del Parlamento italiano sia la sentenza di un tribunale a intervenire in una materia così complessa e intorno alla quale si confrontano sensibilità diverse e orientamenti culturali differenti». Perché non si tratta «solo di una trascrizione burocratica. Ho timore – esprime le sue perplessità Cetoloni – che sia un altro tassello che contribuisce al senso di sfiducia in quelle che sono le Istituzioni portanti della nostra società democratica, chiamate dalla Costituzione ad essere luogo di confronto, di mediazione e di sintesi legiferata per il bene comune». Aldilà dei singoli eventi «restiamo in un rapporto aperto e fraterno con tutti. I giorni che viviamo – conclude il presule – sono il quadro in cui siamo chiamati a riscoprire e vivere il Vangelo».
Il vescovo di Grosseto scrive alla comunità: continuiamo ad annunciare la bellezza delle nozze tra uomo e donna.
I fatti
Il documento Cei
I fatti
Il documento Cei
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: