Salta il Salone della fecondazione assistita «Un sogno chiamato bebè», resta la riflessione sulla pratica della maternità surrogata, che direttamente o indirettamente è chiamata in causa nelle analoghe fiere che si svolgono periodicamente in diversi Paesi d’Europa.
Così sabato 21 maggio a Milano – la stessa data in cui era prevista la fiera, rimandata dagli organizzatori all’anno prossimo – si parlerà di «Gravidanza e genitorialità tra intimità e mercato» (ore 9.30-14, Palazzo Moriggia, via Borgonuovo 23).
Un dibattito pubblico promosso da alcune elette del centro-sinistra, tra cui l’eurodeputata Patrizia Toia, la senatrice Valeria Valente e le consigliere comunali di Milano Alice Arienta e Roberta Osculati, in dialogo con esponenti dei movimenti, da Arcilesbica alla Libreria delle donne, da «Se non ora quando» a Equality Now, che sarà rappresentato a Milano dal suo leader Aurelio Mancuso. «La maternità surrogata è sanzionata in Italia – ricorda la senatrice Valente –, ma non in altri Paesi europei, soprattutto quelli in cui il reddito medio pro capite è più basso e quindi l’offerta del corpo può rappresentare un’entrata extra per le donne e le loro famiglie». C’è poi un tema tutto politico: «Nel mio partito, il Pd, esistono posizioni diverse su questo tema; alcuni dem considerano del tutto legittima la 'gravidanza per altri'. Dissento da queste posizioni e credo che l’esercizio della libertà femminile di disporre del proprio corpo sia in questo caso solo un’ipotesi ideologica ma non un fatto concreto, e che in effetti si tratti di un commercio inammissibile. Non esiste un diritto alla genitorialità », conclude Valente.
Sulla stessa lunghezza d’onda le due consigliere comunali milanesi: «Vorremmo contribuire al dibattito pubblico: non vogliamo che certi temi delicati vengano trattati solo da partiti di destra o tradizionali, visto il significativo percorso delle femministe storiche. Ci sembra opportuno fare emergere anche il loro punto di vista – dichiara Arienta –. L’obiettivo dell’incontro è di soffermarci sull’intimità dell’esperienza della gravidanza, sul desiderio comprensibile di avere dei figli, sulle possibilità della medicina riproduttiva.
Vorremmo riflettere sulle conseguenze etiche di tali opportunità a volte dettate anche da ragioni di business. Di fronte a queste nuove sfide la politica deve prendere posizione. Vorremmo mettere al centro il punto di vista dei bambini. Spesso infatti ci concentriamo sul desiderio di diventare genitori, mentre sarebbe opportuno invertire questa visione adulto-centrica e mettere al centro il diritto ad avere dei genitori».