Il software del Comune di Grosseto ha dovuto subire un piccolo adattamento, ieri, per consentire all’ufficiale dello stato civile il rilascio dei certificati di matrimonio di Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci, la coppia che ha ottenuto dal Tribunale la trascrizione del matrimonio omosessuale celebrato a New York. Si sarebbe trattato di modificare la dizione “marito e moglie” in “coniuge e coniuge”.Il Comune maremmano ha così dato seguito alla decisione del Tribunale, che nei giorni scorsi ha ordinato all’ufficiale di stato civile la trascrizione – la prima in Italia – del matrimonio celebrato all’estero fra persone dello stesso sesso. La trascrizione è avvenuta ieri poco prima dell’ora di pranzo. L’atto è stato firmato dal segretario generale del Comune, mentre in Municipio era riunito il consiglio comunale. Inevitabile che la vicenda entrasse nel dibattito politico. I gruppi consiliari di opposizione del centrodestra hanno diramato una nota congiunta in cui auspicano «maggiore chiarezza normativa per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti nelle coppie di fatto» e che a farlo sia il Parlamento «preservando la natura dell’istituzione del matrimonio che è solo – ribadiscono – tra uomo e donna». Le minoranze stigmatizzano, infine, «il comportamento del sindaco e della giunta, che hanno scelto di non opporsi alla trascrizione riguardante – è la puntura polemica – il signor Chigiotti, che peraltro è stato responsabile del comitato elettorale del sindaco Bonifazi».La Procura di Grosseto, che nei giorni scorsi aveva preannunciato la volontà di impugnare l’ordinanza del Tribunale, va avanti precisando che l’opposizione verterà «su elementi puramente legislativi, perché la legislazione italiana non prevede il matrimonio tra persone dello stesso sesso e dunque non è possibile trascrivere un atto fatto in un altro Paese, in cui c’è una legislazione diversa».Il vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, dopo la lettera pubblicata nei giorni scorsi (LEGGI) ha scelto, da parte sua, di proporre una riflessione pastorale a tutta la Diocesi. Convinto che suo principale servizio di pastore sia «confermare i fratelli nella fede», Cetoloni ribadisce l’impegno della comunità ecclesiale a «continuare ad annunciare il Vangelo della bellezza delle nozze tra uomo e donna» perché «nella somiglianza con Dio del maschio e della femmina si esprime la realtà e la missione della differenza sessuale». Il vescovo si dice meravigliato del fatto che «invece che il Parlamento sia la sentenza di un tribunale a intervenire in materie così complesse» ed esprime il timore che questo possa essere «un altro tassello che contribuisce al senso di sfiducia nelle istituzioni democratiche». Alla Diocesi, Cetoloni chiede di assumere «lo stile di papa Francesco» che «ci chiama a riflettere su questi temi, ad affrontarli e interpretarli in maniera evangelica» e «al di là dei singoli eventi, sempre complessi e in evoluzioni – esorta – restiamo in un rapporto aperto e fraterno con tutti».
Il Comune si è adeguato all'ordinanza del Tribunale.
L'intervento della Cei | Lettera del vescovo Cetoloni
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