Informarsi, mobilitarsi, sensibilizzare. In prima linea per contrastare la diffusione nelle scuole della “cultura del gender”, l’Associazione italiana genitori (Age), ha voluto dedicare alla questione un corposo dossier, che sarà pubblicato sul numero in uscita di Agestampa, il bimestrale inviato a tutti i soci. «Vogliamo dare alle famiglie un’informazione a 360 gradi su una problematica che ci sta molto a cuore e che tocca da vicino il diritto-dovere dei genitori di essere i primi educatori dei propri figli», commenta il presidente dell’Age, Fabrizio Azzolini, presentando l’iniziativa di informazione. Nei mesi scorsi, come forma di protesta contro il dilagare nelle scuole di iniziative pro-gender, l’Age ha proposto il “ritiro” dei figli per un giorno al mese. Non un giorno di vacanza extra, ma un «gesto forte» per ribadire il diritto di educare troppo spesso calpestato. In sedici pagine, il dossier ripercorre gli ultimi mesi di accese polemiche (nelle scuole ma anche nelle aule parlamentari), avviate sul finire dello scorso anno quando cominciarono a circolare, prima su Internet e poi nelle classi, gli ormai “famosi” opuscoli dell’Istituto A.T. Beck “Educare alla diversità a scuola”, commissionati (e pagati con 24.200 euro) dall’Unar, l’Ufficio anti-discriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri. Da qui e dalla pretesa di «instillare» (così è scritto negli opuscoli), l’ideologia del gender nelle menti degli studenti, prende le mosse lo speciale di Agestampa, significativamente intitolato “Libertà di rieducazione”. Un preoccupato gioco di parole per rappresentare la distanza tra la Costituzione e la Strategia Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) messa in campo dall’Unar e che per l’Age è «fuorilegge».
«L’articolo 30 della Costituzione – ricorda il presidente Azzolini – afferma il dovere e diritto dei genitori a mantenere, istruire ed educare i figli. Noi partiamo da qui per dire che, con la Strategia e le azioni che ne sono seguite, questo diritto è stato calpe- stato e che, dietro il giusto obiettivo di contrastare ogni forma di discriminazione nelle scuole, si è fatto entrare nelle classi ciò che con questa finalità non c’entra nulla». Nello speciale, l’Age denuncia anche il fatto che «la strategia Lgbt si sta imponendo in Italia e in Europa in un modo sempre più subdolo, mascherandosi dietro la difesa e la tutela di una minoranza, per rieducare i cittadini all’ideologia del gender a scuola, sui mass media, nelle scelte di amministrazioni nazionali e locali, italiane ed europee, muovendo ingenti risorse pubbliche». E tutto questo, ricorda l’Associazione dei genitori, «ignorando i risultati delle ricerche scientifiche, la riflessione filosofica, i dati sociologici, le opinioni diverse presenti anche tra le persone omosessuali». Tutti omologati, insomma, dietro il “pensiero unico” propagandato dalle potenti e rumorose lobby Lgbt, che sono riuscite persino, denunciano i genitori dell’Age, a «scavalcare il diritto nazionale e internazionale». Un accerchiamento (delle famiglie, delle scuole, degli studenti e degli insegnanti), che «arriva a creare un nuovo linguaggio e a vietare quello che non si uniforma al nuovo vocabolario. Con attacchi diretti anche alla libertà di religione, tacendo strumentalmente lo stile evangelico dell’accoglienza di molte diocesi, movimenti, gruppi, parrocchie». A questo punto, si legge in una nota dell’associazione, «restare indifferenti non è possibile». È necessario, invece, «informarsi per capire che è in corso una rivoluzione antropologia, dove la posta in gioco è la negazione dell’umanità da parte dell’uomo».