Un «curatore» che intervenga, nel processo civile, a tutela del soggetto più debole di tutti, il nascituro. Lo chiedono i deputati Gian Luigi Gigli (Per l’Italia) e Paola Binetti (Udc) che hanno presentato una proposta per istituire il principio del contraddittorio nei processi in materia di fecondazione assistita. «Se una legge del genere fosse stata in vigore – spiega Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita – tante sentenze avrebbero potuto avere un esito diverso». Parla anche alla luce della sua esperienza di magistrato. «Le sentenze della Consulta non possono essere ribaltate dal legislatore, tantomeno da un giudice, ma chi deve emettere un verdetto può pronunciarsi a ragion veduta solo se ha ascoltato le ragioni di tutte le parti in causa, anche chi è più debole e non ha voce».La proposta non è affatto rivoluzionaria. Il diritto romano, ricorda Binetti, prevedeva il "curator ventris" in relazione ai diritti ereditari del nascituro. E una figura del genere, proprio in relazione ai diritti testamentari e di successione, lo prevede anche la legislazione vigente nel codice civile. «Ma se ci interessa la figura del nascituro, persino non concepito, in relazione a diritti di natura patrimoniale, come si può allo stesso soggetto disconoscere il suo diritto alla vita?», si chiede Casini. Il quale è un po’ l’ispiratore di questo testo, quale promotore della campagna "Uno di noi", volta al riconoscimento dei diritti dell’embrione su scala europea, che ha raccolto la bellezza di due milioni di firme in tutto il continente. «Una campagna che ha unificato l’Europa, divisa dagli eccessi di burocrazia e finanza, e riaggregatasi intorno a una proposta che rimanda ai principi fondanti dell’Unione», dice Binetti.Purtroppo però – spiega Eugenia Roccella, del Ncd, intervenuta a sua volta nella conferenza stampa di presentazione della proposta – i recenti fatti di cronaca, anche la dolorosa vicenda dello scambio di embrioni al Pertini, «rischiano di trasformare i figli, e ancor più gli embrioni, in oggetti più che soggetti di diritto, dimenticando che noi tutti siamo stati embrioni e non siamo mai stati cose».Di qui la proposta di un difensore dei diritti del nascituro, «un "curatore speciale", in grado di far valere i diritti del concepito in caso di conflitto» spiega Gigli. Un modo per riaffermare il cuore della legge 40, ovvero che il nascituro è soggetto di diritti. Ma allora, chiedono a Casini, la 194? «Come è noto – dice con una punta di ironia l’eurodeputato – sono contrario a quelle legge. Ma – ricorda – neanche la norma sull’interruzione di gravidanza nega i diritti del nascituro, anzi la sua tutela è gran parte della stessa normativa, tenuta in scarsa considerazione».«La difesa dei diritti del nascituro è ineludibile per ogni democrazia il cui compito è la tutela di ogni cittadino, anche il più piccolo» commentano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente di
Scienza & Vita. «I recenti fatti di cronaca sullo scambio di embrioni e l’intervento della magistratura sulla fecondazione eterologa rendono quanto mai opportuna un’azione di responsabilità verso i nascituri, protagonisti più fragili e non ascoltati».